Aumento rette anziani, Alberini: “E’ stato chiesto dai sindaci”

1 febbraio 2024 | 15:16
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Aumento rette anziani, Alberini: “E’ stato chiesto dai sindaci”

Il segretario provinciale dello Spi: “Hanno fatto pressioni sulla Regione, spaventati dai gestori che dicevano che, così, il sistema non stava in piedi”

REGGIO EMILIA – “Sono i sindaci che hanno spinto per ottenere gli aumenti delle rette nelle case residenze per gli anziani, spaventati dai gestori che dicevano che, così, il sistema non stava in piedi”. Lo dice il segretario dello Spi Cgil, Matteo Alberini.

I sindacati hanno avviato un’ampia campagna di mobilitazione sul territorio per informare la comunità reggiana sulla decisione unilaterale della Regione Emilia-Romagna di aumentare le rette per le case protette per anziani e i centri socio-riabilitativi residenziali per disabili. Questo aumento, pari a 4,10 euro al giorno o più di 1.500 euro all’anno, colpirà duramente i segmenti più vulnerabili della popolazione.

I sindacati richiedono alla Regione di sospendere la sua delibera e di avviare immediatamente una vera trattativa che discuta di accreditamento, qualità del servizio e condizioni di lavoro all’interno delle strutture. Gli aumenti eventuali devono essere graduati e basati sulle condizioni economiche e sociali delle famiglie, utilizzando l’Isee.

Di quanto sono aumentate le rette nelle case per anziani?
Le rette sono aumentate di 4,10 euro al giorno che, espresso in termini percentuali, vuol dire più dell’8%. La retta giornaliera, attualmente, è attorno ai 110 euro di cui metà viene coperta dal fondo regionale per la non autosufficienza e, l’altra metà, è a carico dell’ospite. Nella delibera c’è scritto chiaramente che l’aumento incide solo sulla parte a carico dell’ospite. Consideriamo che non c’è nessuna pensione o stipendio che è aumentato dell’8% quest’anno. Ricordiamoci che 120 euro al mese sono circa 1.500 euro l’anno. Praticamente una tredicesima.

La Regione è responsabile di questi aumenti?
E’ la Regione quella che stabilisce le tariffe. C’è una regolamentazione regionale che stabilisce il tipo di servizio che queste strutture devono erogare ed è in base al rispetto di quei parametri che, in parte, si determinano le tariffe. Poi ci sono tre soggetti al tavolo: le organizzazioni sindacali che rappresentano gli utenti, i soggetti gestori e i Comuni.

Quindi anche i Comuni fanno parte di chi spinge, insieme ai gestori, per alzare le tariffe?
Se le gestiscono direttamente sì, come avviene per l’Asp di Reggio Emilia. Loro spingono per aumentare le tariffe e, possibilmente, per ridurre i criteri di accreditamento. Noi invece abbiamo sempre detto che c’è bisogno di aumentare l’offerta, soprattutto pubblica, ma c’è anche bisogno di essere molto attenti alla qualità del servizio, alla dignità della persona.

Le tariffe, però, sono ferme da tempo
Lo sappiamo che vanno adeguate, però chiedevamo di fare questa discussione dentro alla riforma dei criteri di accreditamento, ovvero in relazione alla qualità del servizio prestato. Inoltre chiediamo che le tariffe siano commisurate all’Isee. Il fatto è che questa discussione non arrivava a una fine e, a un certo punto, a ottobre la Regione ha deciso e ha deliberato per gli aumenti. Anzi, ci hanno detto che i gestori volevano 10 euro al mese in più e che loro hanno mediato.

E adesso?
Per noi la Regione deve ritirare la delibera per riportare la situazione dentro al confronto sui criteri di accreditamento e sulla qualità del servizio.

E i sindaci che dicono?
Non lo diranno mai, ma negli ultimi mesi c’è stata una forte pressione dei primi cittadini per ottenere questo aumento delle tariffe, perché sono amministratori delle Asp e quindi dei soggetti pubblici che erogano la gran parte di questo servizio. Sono spaventati dai gestori che dicono che il sistema, così, non sta in piedi.

Quindi i sindacati cosa faranno ora?
Il primo punto è fermare la delibera e ragionare di aumenti legati alla qualità. Poi serve una gradualità nell’inserimento degli aumenti. Infine abbiamo chiesto confronti in tutti i distretti socio sanitari che sono sostanzialmente quelli che poi regolamentano il servizio.

Quando scatteranno gli aumenti nelle case per anziani?
Dal primo di gennaio, ma nella provincia di Reggio Emilia si sono coordinati tutti per farli decorrere dal primo di febbraio. Sono arrivate nei giorni scorsi le lettere ai familiari dei ricoverati per dire che c’è stato l’aumento.