Comune di Reggio Emilia vince causa contro sua avvocatessa
Il Consiglio di Stato ha respinto l’appello di Francesca Ghirri sul regolamento dell’ente e l’ha condannata a pagare le spese di giudizio
REGGIO EMILIA – L’avvocato del Comune perde la causa contro l’ente in cui lavora. Succede a Reggio Emilia dove Francesca Ghirri, legale in forza all’avvocatura civica, ha presentato appello al Consiglio di Stato contro una sentenza del 2019 emessa dal Tar di Parma.
Oggetto del contendere era il regolamento dell’avvocatura comunale allora vigente, che Ghirri aveva contestato nella parte in cui riconosceva alla figura di vertice dell’ufficio (l’ex dirigente Santo Gnoni, ora in pensione, imputato per corruzione nel processo sugli appalti di piazza Prampolini) di poter impartire disposizioni “poiché si stabilirebbe un vincolo di subordinazione gerarchica al dirigente inammissibile e preclusivo dello stesso mantenimento dei requisiti necessari per l’iscrizione all’elenco speciale dell’albo degli avvocati”.
La tesi era stata respinta dai giudici amministrativi di primo grado, mentre del ricorso era stata accolta la contestazione degli articoli relativi ai compensi dei professionisti e in particolare la previsione di porre a loro carico Irap e oneri previdenziali e riflessi. Nell’appello al Consiglio di Stato, l’avvocatessa del Comune ha quindi ribadito che il vincolo di subordinazione gerarchica al dirigente risulterebbe lesivo “della indefettibile autonomia e indipendenza” degli avvocati, lamentando inoltre vaghezza sui criteri per l’assegnazione degli incarichi, di cui mancherebbero nel regolamento anche i modi per valutarne quantità, complessità, rilevanza, valore.
Con il terzo motivo d’appello Ghirri ha evidenziato che “la ripartizione delle somme maturate rispetto ad una lite in caso di mandato congiunto è stabilita in assenza di criteri precisi e lasciati alla eccessiva discrezionalità dell’avvocato dirigente”. Infine, nel quarto punto del ricorso, la professionista ha messo l’accento sulle previsioni del regolamento in ordine al deposito delle sentenze.
Il Comune di Reggio Emilia si è costituito in giudizio eccependo l’improcedibilità dell’appello, avendo approvato a dicembre del 2021 un nuovo regolamento dell’avvocatura civica. Il Consiglio di Stato, con una sentenza datata il 7 febbraio scorso ha dato ragione a piazza Prampolini, condannando la sua avvocatessa dipendente a rifondere le spese di giudizio (3.000 euro) più accessori di legge.