Il manager: “Lavorare in logistica è brutto, sporco e noioso? Macché. Volevo una carriera ricca di sfide stimolanti”
REGGIO EMILIA – Da piccolo sognava di vestire in giacca e cravatta, di sedere alla scrivania e gestire flussi di denaro. Lavorando sodo aveva raggiunto il suo obiettivo. Ma, alla soglia dei 40 anni, ha raccolto una nuova sfida: quella di rendere la logistica un settore più accattivante e migliorare la sua percezione all’esterno. Abbiamo incontrato Roberto Fossa, manager di Movinlog SpA, che ci ha guidato attraverso la sua visione innovativa e la missione di trasformare il settore logistico italiano.
Con una carriera ventennale nel settore bancario, Fossa ha portato la sua esperienza e determinazione a un ambito completamente diverso, guidato dalla volontà di smentire quegli stereotipi che da sempre attanagliano un settore ancora poco attrattivo per i giovani talenti nonostante l’alta probabilità di ottenere un contratto a tempo indeterminato.
La logistica, tra attività di trasporto e magazzinaggio, in Italia conta 1,16 milioni di occupati in Italia con un trend in costante crescita che porterà, di qui al 2030, alla ricerca di profili altamente qualificati. Ma se chiedeste a un bimbo cosa vuole fare da grande, difficilmente risponderebbe che sogna di fare il magazziniere. Forse perché non sa che gli strumenti del mestiere, oggi, constano anche di visori ed esoscheletri.
La sua formazione e la sua esperienza professionale sono apparentemente molto distanti dal settore della logistica. Cosa l’ha portata a optare per un cambiamento così radicale?
La decisione di abbracciare la logistica è stata mossa dalla stanchezza di un settore bancario ormai diventato asettico e distante dal lato umano. In Movinlog ho scoperto un mondo stimolante professionalmente e sempre in evoluzione tramite importanti sfide tra cui l’avvio di una logistica per e-commerce e la creazione di una Logistic Academy per la formazione avanzata nel settore. Quindi non solo operatori di magazzino ma anche middle management e top management: abbiamo notato che il ricambio generazionale spesso deve essere supportato da una competenza, e quindi da una specifica formazione all’azienda in campo logistico. In partnership con IFOA, abbiamo così dato vita alla nostra Accademia.
Quindi non vi occupate solo di gestione dei magazzini…
Movinlog gestisce due Business Unit: Contract Logistics, che si occupa della gestione diretta attraverso la nostra forza lavoro e che si sviluppa principalmente nel Nord Italia, e Consulting, che offre consulenza completa sulla intra-logistica in tutta Italia.
Quali sono i vostri punti di forza?
Ci differenziamo dalla concorrenza attraverso due elementi chiave: un approccio ingegneristico e una forte attenzione alla genuinità dell’appalto. Offriamo servizi di gestione logistica e consulenza a 360°. Miriamo ad essere un fornitore di soluzioni, non solo di manodopera. Abbiamo un software di proprietà, che certifica i carichi, ossia, estremizzando, va a controllare la merce che viene caricata sul mezzo fotografando quantità, posizione geografica e orario. Altro aspetto cruciale è la messa a disposizione della documentazione di legge sul cantiere. Grazie alla digitalizzazione i nostri committenti possono dormire sonni tranquilli: all’interno del portale di Movinlog ogni cliente ha la possibilità, in qualsiasi momento, di scaricare e di mettere a disposizione di eventuali controlli tutto ciò che riguarda la documentazione atta a garantire la genuinità dell’appalto, stiamo parlando degli attestati relativi ai corsi di formazione, a tutta la documentazione anagrafica dei lavoratori e la documentazione comprovante la corretta posizione dell’azienda nei confronti di fisco ed ente previdenziale. Questo per garantire sempre la massima trasparenza. E infine la sostenibilità sociale: Movinlog propone piani di welfare, di formazione e crescita professionale delle risorse umane e ciò incide sull’indice sostenibilità sociale. L’attenzione al personale non solo è un valore aggiunto per i dipendenti – registriamo infatti un tasso di abbandono molto più basso rispetto alle altre aziende del settore – ma può fare la differenza, anche nel preferire noi ai concorrenti, oggi che sempre più società redigono bilanci di sostenibilità.
Come si prospetta questo 2024 per il settore logistico?
Prevedo un anno di forte espansione, con una crescita percentuale a doppia cifra. Già oggi in Italia il settore si posiziona al secondo posto per numero di persone impiegate ma i margini sono ancora ampi.
Come impattano sul settore le dinamiche globali e i cambiamenti delle catene di approvvigionamento internazionali per via dei diversi conflitti?
Sicuramente hanno un forte impatto ma sono anche uno stimolo perché si traducono nella necessità di una migliore gestione delle scorte e della rotazione di magazzino e, quindi, si traducono in una maggiore efficienza dei costi della logistica.
Quali tendenze emergenti sono da tenere d’occhio?
Indubbiamente l’intelligenza artificiale. Vediamo tutti i giorni esempi di come stia impattando sul nostro settore: penso alle consegne tramite droni, piuttosto che ai robot che lavorano in magazzino. Ma l’AI non può sostituirsi al capitale umano. Fedeli al nostro slogan “Persone o tecnologia? La scelta che non devi fare”, riteniamo che sia indispensabile coniugare le risorse umane e i mezzi messi a disposizione dalla scienza tecnologica. L’automazione non è efficiente senza l’intervento umano e l’uomo non può essere performante al 100% senza l’aiuto della tecnologia.
La logistica pesa per circa il 9% del PIL nazionale ma il settore soffre di una percezione distorta da parte dei giovani che lo vanno ad associare a attività ripetitive, poco gratificanti…
Ma non è così. Il nostro compito è cercare di farlo comprendere e di elevare la qualità. In realtà il nostro settore richiede competenze manageriali e ingegneristiche. Bisogna uscire dalla concezione dello stereotipo che la logistica è un lavoro “sporco”, limitato allo spostamento di un collo a mano e a camminate infinite all’interno di un magazzino alla ricerca di un pacco. Ed è qui che capitale umano e intelligenza artificiale si fondono: l’operatore indossa un visore che lo guida verso il pacco corretto, nella corretta posizione. Mentre l’esoscheletro lo aiuta a sollevarlo.
La logistica è un settore per soli uomini?
Assolutamente no. Si tratta di un altro stereotipo che dobbiamo andare a cancellare. Ci sono statistiche che parlano di donne molto più performanti sotto tutti i punti di vista in logistica e il 22% delle posizioni dirigenziali e trasversali, nel settore, sono ricoperti dalla componente femminile.
Altri luoghi comuni sulla logistica?
“Chiunque può fare il magazziniere”. In realtà in Movinlog scegliamo risorse capaci con una predisposizione al lavoro di gruppo. E “Non mi serve formare gli operatori”. Per noi le persone sono al primo posto. E ciò vuole dire che il reparto HR è molto attento alla selezione e all’inserimento del personale. Quando un nuovo collega entra in azienda, il responsabile di filiale segue una procedura di onboarding per far ambientare la nuova risorsa all’interno della nostra azienda. In logistica la percentuale di abbandono nei primi 15 giorni dall’inserimento in azienda è molto elevata. Noi abbiamo un tasso molto inferiore alla media nazionale. La logistica e tutt’altro che un lavoro brutto, sporco e monotono.