L’Emilia-Romagna si mobilita per Julian Assange
In vista del verdetto dell’Alta Corte di Londra legato all’appello, l'”ultimo possibile”, dei legali per evitare l’estradizione dalla Gran Bretagna atteso per il 20 e il 21 febbraio
REGGIO EMILIA – L’Emilia-Romagna si mobilita per Julian Assange. In vista del verdetto dell’Alta Corte di Londra legato all’appello, l'”ultimo possibile”, dei legali per evitare l’estradizione dalla Gran Bretagna atteso per il 20 e il 21 febbraio, i comitati territoriali uniscono le forze e lanciano una simbolica ‘staffetta’ di eventi per tenere alta l’attenzione sul fondatore di Wikileaks e sensibilizzare la cittadinanza. Dal 9 al 18 febbraio una serie di iniziative, promosse dagli attivisti in collaborazione con Amnesty con il sostegno di Anpi, Arci, Fnsi e Articolo 21, attraverserà l’Emilia-Romagna.
Si parte questo venerdì a Casina, con una conferenza, passando sabato poi per un “presidio creativo” promosso da Donne in nero e Casa della Pace la mattina e un flash-mob a Cesena nel pomeriggio. Lunedì 12 si terrà un banchetto informativo a Modena, mentre martedì 13 sarà la volta di Ferrara dove sarà proiettato il film “Hacking justice”. Giovedì 15 la staffetta giungerà a Bologna, con un’intervista all’autrice del libro “Distruggere Assange. Per farla finita con la libertà d’informazione” Sara Chessa, e a seguire il documentario “Il prezzo della verità”.
Doppio appuntamento sabato 17, con un sit-in mattutino a Reggio Emilia nella piazza del mercato contadino, e a seguire un presidio davanti al municipio di Ravenna. Infine, la maratona si concluderà nel Reggiano, con un flash-mob a Cavriago previsto per domenica 18, e la proiezione di “Hacking justice” lunedì 19 al circolo Arci Pigal di Reggio Emilia. “Il momento è delicato, perché può essere che questa sia l’ultima occasione per Julian Assange di avere giustizia e per noi di poter contare sui nostri diritti universalmente garantiti”, spiegano le promotrici oggi nel corso di una conferenza stampa nella sede di Anpi a Bologna.
Infatti questa potrebbe essere l'”ultima chance” per il giornalista australiano, detenuto da quattro anni in un carcere londinese di massima sicurezza, in cui si attende la decisione sull’ultimo appello possibile contro la sua estradizione negli Stati uniti, dove rischierebbe “la morte o l’oblio completo”, e questo “per aver rivelato al mondo la verità sugli abusi e i crimini di guerra commessi dalle forze americane in Iraq e in Afghanistan”.
Per questo è stato necessario uno “sforzo particolare” per convogliare le forze dei nove gruppi locali sul territorio per unirsi e “per portare forza a Julian Assange“. Dopo la mobilitazione dei mesi scorsi, che ha portato al conferimento della cittadinanza onoraria a Reggio Emilia e all’avvio dell’iter anche a Modena e Bologna tra le altre, ora “dobbiamo fare tutto il possibile perché Julian possa continuare a lottare con noi e portarlo a essere libero. Se non difendiamo la verità siamo perduti”, dicono gli attivisti che promuovono la mobilitazione nelle varie città dell’Emilia-Romagna.