Cgil, Cisl e Uil replicano al procuratore Paci che ha inserito anche loro nella lista delle istituzioni del territorio che non presentano denunce
REGGIO EMILIA – “Cgil, Cisl e Uil sono da sempre in prima linea nella lotta contro la mafia e le infiltrazioni mafiose nel tessuto sociale reggiano e italiano. E lo fanno senza sconti, senza mezzi silenzi e nel rispetto, rigoroso, delle procedure e dei doveri civici, morali e di categoria”.
A ribadirlo i tre sindacati della provincia di Reggio Emilia dopo che ieri, audito dalla commissione parlamentare Antimafia, il procuratore capo Calogero Gaetano Paci ha inserito anche loro nella lista delle istituzioni del territorio che non presentano denunce.
“La presenza attiva del sindacato nei tavoli provinciali sulla legalità, nelle consulte dei Comuni, in tutte le iniziative sulla legalità che esprimano il valore della rete e del fare insieme alle comunità dei cittadini e delle Istituzioni hanno sempre portato il contributo dei lavoratori contro le mafie e contro chi apre loro le porte. Questo perché abbiamo ben chiaro, e vorremmo che il messaggio arrivasse senza fraintendimenti al procuratore, che solo dove c’è legalità e contrasto alla criminalità possono esistere ed essere praticati i diritti del mondo del lavoro”, replicano Cgil, Cisl e Uil.
I sindacati ricordano come “il riconoscimento a vari livelli (a partire dal processo Aemilia) dei sindacati quali parti civili nei processi di mafia certifica un impegno in tal senso, così come lo certificano le decine di iniziative promosse e fatte per mantenere accesi i riflettori sul dramma delle infiltrazioni sul territorio ed evitare che vi sia la falsa percezione, dopo Aemilia, che il problema sia risolto”.
Per le organizzazioni, poi, è necessario che “non si sovrappongano imprese e sindacati. Le prime possono rendersi conto, anche con indicatori che prescindono dalla denuncia, di associarsi o rapportarsi con aziende che delinquono e possono scegliere se e come intervenire”. Il sindacato, invece, “può rappresentare le vittime quando queste hanno il coraggio di denunciare, coraggio che spesso deve fare i conti con la scelta di mettere a rischio, al minimo, il proprio posto di lavoro. Non ci siamo mai tirati indietro di fronte alle responsabilità”.
Dunque “occorre certamente che tutti i soggetti di rappresentanza, ciascuno per la propria parte e ciascuno con gli strumenti che ha, continuino a svolgere un comune lavoro che anteponga la parte sana della collettività al cancro che le mafie rappresentano e che ormai non sono più una emergenza, ma una presenza endemica in Emilia Romagna e a Reggio Emilia”. E Cgil, Cisl e Uil, concludono i sindacati, “continueranno con impegno su questa strada nel rapporto con imprese, lavoratori, enti locali e istituzioni pubbliche”.