Il procuratore capo: “Qui il fenomeno criminale ha fatto cose che nemmeno nei territori di origine si era permessa per affermarsi”
REGGIO EMILIA – La Prefettura di Reggio Emilia ha emanato nel 2022 ben 136 interdittive antimafia, cinque volte di più di quella di Palermo che ne ha spiccate 19. A dirlo, in audizione in commissione parlamentare antimafia, è il procuratore capo della città emiliana Calogero Gaetano Paci.
“Questo non significa che a Palermo lo strumento non sia utilizzato e che non c’è la cultura della prevenzione antimafia”, spiega però Paci. “Al contrario vuol dire che in quei territori le interdittive sono in voga da decenni, cosa che non è avvenuta a Reggio Emilia, dove serve ancora usarle per evitare che molte imprese riconducibili a soggetti legati da reticoli parentali complessi ad esponenti della ‘ndrangheta, possano avere rapporti con la pubblica amministrazione e entrare nella white list”.
Secondo Paci “una sfasatura di almeno 20 anni ha fatto sì che, come accertato dal processo Aemilia, il fenomeno criminale potesse fare qui cose che nemmeno nei territori di origine si era permessa per affermarsi, come campagne di stampa ai danni delle istituzioni come la Prefettura”. Insomma in Emilia, “c’è stato uno spazio eccessivamente ampio in cui, vuoi per la sua mancanza di violenza, vuoi per la sua maggiore capacità di adattarsi, l’organizzazione mafiosa ha finito per incontrare anche il favore degli imprenditori locali”, conclude Paci (fonte Dire).