Mafie, Paci: “Reggio frontiera avanzata di loro evoluzione”
Il procuratore capo in commissione antimafia: “Qui abbiamo servizi di frode fiscale che sono venduti in tutta Italia”
REGGIO EMILIA – “Reggio Emilia è la frontiera più avanzata di quella che possiamo definire una dinamica evolutiva della criminalità mafiosa, che è tornata ad essere tout court, occupando segmenti di mercato da quelli più tradizionali come l’edilizia e la grande distribuzione organizzata a quelli più raffinati, come i rifiuti, le energie rinnovabili, la logistica e le scommesse”.
A dirlo è il procuratore capo della città del Tricolore, Calogero Gaetano Paci, ascoltato oggi per oltre due ore dalla commissione parlamentare antimafia, nell’ambito di una inchiesta sulla penetrazione della ‘ndrangheta al centro e nord Italia. La provincia emiliana dove si è celebrato il processo Aemilia contro il clan Grande Aracri, “è una realtà molto spesso sottovalutata perché omologata allo stereotipo della terra ricca e laboriosa, ma sostanzialmente sonnacchiosa, priva di dinamiche conflittuali ed economiche e, soprattutto, di rapporti internazionali”, spiega Paci.
“Mentre in realtà non è così, non fosse che per la sua collocazione geografica che ne denota una certa centralità”. Il magistrato illustra poi la principale modalità di azione della mafia economica che agisce sul territorio, ovvero, la “gestione in forma associata e sistematica della frode fiscale”. Un fenomeno non nuovo, che per Paci è però gestito in terra reggiana in modo del tutto peculiare. Innanzitutto “a metterlo in pratica non sono singoli ma vere e proprie organizzazioni”. Inoltre “non è solo il frutto di una convergenza di interessi con imprenditori che vogliono evadere il fisco, ma vi è una esigenza diversa”.
In particolare, “vi è una domanda a livello nazionale di gestione di attività di economiche in nero per cui molti imprenditori, anche noti brand nazionali, si rivolgono a queste organizzazioni di Reggio Emilia per acquistare pacchetti di false fatture e fallimenti pilotati, architettati in modi ingegnosi, per gli scopo più vari: risanare i bilanci, poterli prospettare alle banche in modo apparentemente satisfattivo, usare le false fatture per avere crediti inesistenti ed evadere l’Iva”.
A giudizio di Paci “tutto questo genera un flusso economico in nero che alimenta un circuito economico parallelo a quello legale” (fonte Dire).