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Pestaggio in carcere a Reggio Emilia, Nordio: “Sdegno e dolore”

10 febbraio 2024 | 18:46
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Pestaggio in carcere a Reggio Emilia, Nordio: “Sdegno e dolore”

Il ministro della Giustizia: “Siamo impegnati a garantire la legalità in ogni angolo di ogni istituto”

REGGIO EMILIA – “Provo sdegno e dolore, sono immagini indegne per uno Stato democratico. In attesa che la magistratura ricostruisca i fatti e accerti le responsabilità, voglio sottolineare come sia stata la stessa Polizia penitenziaria a svolgere le indagini, su mandato della Procura. L’amministrazione penitenziaria tutta è la prima ad auspicare che si faccia luce fino in fondo sulla vicenda: siamo impegnati a garantire la legalità in ogni angolo di ogni istituto”. Così il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, sull’inchiesta di Reggio Emilia.

“Le immagini del violento pestaggio di un detenuto nell’istituto penale di Reggio Emilia rappresentano una pagina nera della gestione carceraria nella nostra regione”. Lo dice il garante dei detenuti dell’Emilia-Romagna, Roberto Cavalieri, che interviene sugli episodi di violenza nei confronti di un detenuto tunisino, che risalgono al 3 aprile scorso, da parte di una decina di agenti della penitenziaria reggiana (tutto è stato documentato dal video diffuso ieri).

Il garante, contattato dal legale del detenuto dopo la denuncia agli agenti della penitenziaria, aveva già incontrato il tunisino (nel frattempo trasferito a Parma), per accertarsi delle sue condizioni. “Non si può che provare un senso di ripugnanza e dolore- continua Cavalieri- nel vedere uomini in divisa usare metodi non solo illegali ma che tolgono ogni sembianza umana a un uomo incappucciandolo, colpendolo con pugni e calci, rendendolo totalmente vulnerabile e indifeso”.

Quindi, ecco la condanna del garante: “Esprimo ferma condanna verso quanto visito nelle immagini, rivolgo invece un plauso alla Procura di Reggio Emilia che ha condotto l’indagine avvalendosi anche del nucleo investigativo regionale della Polizia penitenziaria”. Cavalieri interviene poi sul reato di tortura: “In Italia esiste una legge sul reato di tortura, che in questi giorni però è sotto attacco: con un disegno di legge parlamentare si vorrebbe, infatti, abrogarla”. Da qui, l’appello del garante regionale all’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna: “È necessario che intervenga anche l’Assemblea regionale per chiedere a Roma di conservare uno strumento centrale a difesa dei diritti delle persone detenute”.

Dall’inizio dell’anno nelle strutture carcerarie italiane sono già morte 36 persone e di queste 16 si sono tolte la vita. Nell’ultimo anno il numero dei detenuti in carcere in Italia è cresciuto molto, arrivando quasi a 60.000. Il sovraffollamento è arrivato al 115%. In Emilia-Romagna i detenuti sono 3.603 (dati al 31 gennaio), per soli 2.979 posti.

“Ho visto il video del carcere di Reggio Emilia, dove dei poliziotti penitenziari hanno evidentemente sfogato le loro frustrazioni su un detenuto a loro affidato dalle istituzioni. Un comportamento violento, inaccettabile, ingiustificabile da nulla sia accaduto prima. Ho visitato nel corso degli anni molte carceri, sono mediamente in condizioni precarie, troppo affollate, edifici spesso inadeguati. E chi ci lavora dentro, a cominciare dalla polizia penitenziaria spesso non sta meglio dei carcerati”. Così in un post Ettore Rosato, deputato di Azione-Per, aggiungendo: “Vedere quei poliziotti del video comportarsi così rende un’immagine negativa di una categoria intera che invece ogni giorno fa seriamente un lavoro pesante e poco pagato. Sono molte le ragioni per cui è necessario che la magistratura e i vertici del ministero della giustizia procedano con estrema rapidità”.