Chiavistelli, catene, lucchetti: i proprietari non sanno più come difendersi dai furti. E c’è chi ricorre all’arma dell’ironia
REGGIO EMILIA – “Ai signori ladri. In questa cantina non c’è più niente da rubare”. Un condomino di un palazzo che si affaccia su piazzale Marconi, dotato di senso dell’ironia, ha affisso questo cartello sulla porta della sua cantina dopo l’ennesimo furto.
Tutte le porte delle cantine di questo edificio sono state divelte e derubate. I ladri sono entrati più volte, forzando la porta di ingresso con una spranga e hanno rubato tutto. Adesso è stata messa una inferriata rinforzata all’ingresso e si spera che non accada di nuovo.
Chiavistelli, catene, lucchetti. Non li ferma nulla. Entrano e si portano via quello che trovano e poi, come già accaduto, lo rivendono in piazzale Marconi sotto gli occhi attoniti dei residenti che si trovano i propri beni esposti lì, in bella vista. Oltre al danno, pure la beffa.
Uno dei residenti del palazzo, Gino Rossi, ci accompagna in questo tour. Ci racconta: “Vedi, ognuno ha chiuso le cantine come poteva. Questo ha messo una trave con due lucchetti, ma l’hanno sfondata lo stesso. Quest’altro l’ha lasciata addirittura senza lucchetti, perché tanto non c’è niente dentro. Questa è la mia e ha una serratura con una trave interna. Vedi, hanno messo una leva qui per spaccarla, ma non sono riusciti ad aprirla”.
Per terra ci sono escrementi di topo e oggetti abbandonati da alcuni residenti. L’ultima trovata, per evitare di farsi svaligiare le cantine, è stata quella di fare un buco nel muro e fare passare il catenaccio di ferro da lì. Così, per aprire, devono buttare giù anche il muro.