Torture in carcere, il Pd: “Nordio riferisca in Parlamento”
Lo chiede la deputata del Pd Debora Serracchiani, dopo aver visto le immagini del pestaggio a un detenuto dell’Istituto carcerario di Reggio Emilia. Interrogazione del M5S
REGGIO EMILIA – “Il governo riferisca alle camere sul caso di torture in carcere a Reggio Emilia”. Cosi la deputata Democratica, responsabile nazionale giustizia del Pd, Debora Serracchiani, dopo aver visto le immagini del pestaggio a un detenuto dell’Istituto carcerario di Reggio Emilia che è stato incappucciato con una federa, messo pancia a terra con uno sgambetto e poi preso a pugni sul volto e sul costato, calpestato con gli scarponi, trattenuto alcuni minuti per braccia e gambe dagli agenti della polizia penitenziaria.
Le immagini documentate dalle telecamere interne dell’Istituto sono agli atti dell’inchiesta chiusa dalla Procura reggiana a carico di 10 agenti, otto accusati di tortura. “L’emergenza umanitaria che si sta vivendo nelle carceri italiane merita attenzione da parte del governo – conclude – il ministro Nordio riferisca. E ci dica se intende eliminare il reato di tortura. Ci spieghi anche che fine hanno fatto i reati ipotizzati nel cd pacchetto sicurezza che hanno tutta l’aria di voler superare nei fatti proprio il reato di tortura”.
Sulla vicenda intervengono anche la deputata M5S emiliana Stefania Ascari, capogruppo in commissione antimafia, e la senatrice M5S Anna Bilotti, componente della commissione Giustizia di Palazzo Madama e prima firmataria di un Ddl per il rafforzamento del reato di tortura: “Le immagini del pestaggio di un detenuto nel carcere di Reggio Emilia sono gravissime, mostrano una violenza inaccettabile di per sè ma ancor più grave in quanto ad opera di rappresentanti dello Stato che hanno il dovere di tutelare integrità e diritti delle persone. Confidiamo nel corso della Giustizia affinché si accertino le responsabilità dei singoli agenti che si sono macchiati di simili infamità. Su questo episodio avevamo anche presentato un’interrogazione parlamentare a prima firma Ascari. Questi atti inammissibili offendono tutto il corpo della Polizia Penitenziaria e i tantissimi agenti che ogni giorno svolgono il loro servizio con disciplina e onore, anche andando oltre i loro compiti e i loro orari, per colmare le gravi carenze d’organico che affliggono le nostre carceri e non solo. Ci auguriamo che chi ancora si azzarda a proporre la cancellazione o l’attenuazione del reato di tortura si renda conto che, al contrario, quel reato deve essere rafforzato affinché funzioni meglio”.