La Serracchiani: “Siamo molto preoccupati di come il Governo si sta muovendo, peggiorando sensibilmente la situazione già seria dei penitenziari italiani”
REGGIO EMILIA – Le ombre sono gli spazi inadeguati con le celle che mancano di bagni e docce singole, il sovraffollamento della popolazione detenuta, la carenza di organico degli agenti penitenziari e la penuria di medici e psicologi. Ma ci sono anche le luci, che riguardano progetti come la sartoria e la falegnameria e spazi innovativi come la ludoteca, pensata per rendere più accogliente per i bambini il penitenziario, quando incontrano i genitori che vi sono ristretti.
E non mancano buone notizie recenti, come l’arrivo, a marzo di due “addetti ai trattamenti” per i detenuti (cioè i progetti sociali e di formazione) che diventeranno così cinque in tutto. E’ insomma un quadro in chiaroscuro, quello del carcere di Reggio Emilia, dipinto dai parlamentari del Pd Andrea Rossi, Graziano Delrio e Debora Serracchiani (responsabile nazionale Giustizia del Pd), che hanno visitato oggi la struttura di via Settembrini insieme al sindaco Luca Vecchi.
La “Pulce”, finita nella bufera per il pestaggio di un detenuto ad aprile 2023, conta oggi nello specifico due sezioni aperte su quattro, per lavori di ristrutturazione al tetto delle altre due. Vi alloggiano 280 detenuti di cui 15 donne e 128 stranieri. A regime, con tutte le sezioni aperte, la capienza del carcere reggiano sarebbe di 290 persone. A gestire le esigenze di una popolazione carceraria oltre che in sovrannumero anche variegata (che comprende anche sezioni per gli psichiatrici e i transgender e accoglie detenuti da fuori regione) sono poi 190 agenti di Polizia penitenziaria, circa 50 in meno dei 246 previsti.
“Come Partito democratico – spiega Serracchiani – abbiamo messo il carcere al centro del nostro interesse e della nostra iniziativa legislativa e politica, facendone una delle nostre priorità. Lo è sempre stato ma ancora di più in questo momento storico in cui, ad esempio, il numero dei detenuti si avvicina ormai drammaticamente a quello che ha portato alla condanna dell’Italia davanti alle corti internazionali”.
Inoltre, aggiunge, la dem, “siamo molto preoccupati anche di come il Governo si sta muovendo, tra l’altro peggiorando sensibilmente la situazione già seria delle carceri italiane. Ovviamente siamo consapevoli del fatto che i problemi vengono da lontano, ma adesso si stanno acuendo”.
Ad esempio, ricorda Serracchiani, “dall’inizio di questa legislatura il Governo ha già messo in campo più di 10 nuovi reati e ha sensibilmente inasprito le pene di reati anche lievi. Solo col decreto Caivano la magistratura ci dice oggi che entrerà più del 20% di detenuti, il che significa che da una parte stanno aumentando gli ingressi in carcere, ma dall’altra nulla si sta facendo sulle pene cosiddette pene sostitutive e le misure alternative al carcere. Anzi, mi verrebbe da dire che c’è quasi un disincentivo a che queste vengano messe in atto”.
La parlamentare democratica, dopo aver lodato il carcere di Reggio che cerca di mettere l’accento sulla “funzione rieducativa e di reinserimento sociale dei detenuti”, ricorda infine alcune proposte lanciate dal Pd per alleggerire la situazione nelle carceri italiane: “Siamo sottoscrittori insieme a l’onorevole Magi di una proposta di realizzazione delle case territoriali intermedie, che sono quegli istituti per ospitare i detenuti che hanno un fine pena inferiore ai 12 mesi”.
Inoltre per aumentare operatori sanitari a psicologi e psichiatri “proponiamo di considerare il carcere un una sede disagiata in modo da poter garantire loro stipendi salari e indennità superiore”. Da ultimo il Pd ha presentato una proposta di legge sulla cosidetta “liberazione anticipata”.
Il senatore Graziano Delrio evidenzia “l’importanza del volontariato in carcere a cui dobbiamo essere grati tutti perché il carcerato che riesce a imparare un mestiere e prepararsi al reinserimento in maniera graduale e vuol dire più sicurezza per tutti. Infine Federico Amico, consigliere regionale presidente della commissione “Diritti” plaude alla recente nomina della prima garante comunale dei detenuti di Reggio (Francesca Bertolini) e segnala che “come Regione abbiamo stipulato un accordo con Cassa Ammende perché vengano portate dentro alle carceri della regione Emilia-Romagna una serie di attività aggiuntive rispetto a quelle che già ci sono”.