Il medico candidato sindaco di Coalizione civica: “Ci sono sempre meno medici, c’è da preoccuparsi per la tenuta del sistema nei prossimi anni”
REGGIO EMILIA – “Dovremo tagliare sempre più servizi e andrà sempre peggio”. Le previsioni sulla sanità reggiana e italiana di Fabrizio Aguzzoli, medico e candidato sindaco di Coalizione civica, sono nere. La demografia, infatti, è implacabile dato che, nei prossimi cinque anni, a fronte di 65mila pensionamenti di medici, in Italia, avremo solo 20mila ingressi. La tragedia di Montecchio, dove una donna incinta di 41 anni è morta davanti al pronto soccorso chiuso dell’ospedale, rischia di essere solo la tragica anticipazione di periodi ben più bui per la nostra sanità
Aguzzoli, che idea si è fatto di quello che è accaduto a Montecchio?
Bisognerebbe capire bene cosa è successo e se, veramente, è stata così rapida l’evoluzione del malore che ha portato al decesso. Voglio ricordare che, purtroppo, si muore anche negli ospedali e nei pronto soccorso. Ora faranno l’autopsia e si saprà qualcosa in più.
Come è messo il sistema dell’emergenza-urgenza nella nostra provincia?
Non ha più risorse, ma non tanto economiche, bensì di personale. Hanno fatto i Cau (Centri di assistenza e urgenza) perché erano alla canna del gas. Su questo punto specifico, obiettivamente, non riesco a ravvisare una colpa da parte delle nostre amministrazioni. La colpa è legata a una mancata programmazione degli ingressi a medicina che ha portato alla situazione attuale. Con i medici a gettone abbiamo speso un sacco di soldi, ma sono serviti solo a tamponare il problema. Non ci sono risorse mediche e ci sono poche risorse infermieristiche. I medici non te li inventi come hanno fatto con i Cau. Inoltre bisogna considerare che, in quelle strutture, metti dei dottori che non sono abituati a fare l’urgenza. Non sono degli specialisti del pronto soccorso.
Ci dia un po’ di numeri. La situazione è davvero così drammatica?
Sì, il tetto lo toccheremo nel 2025 con 13.200 medici in uscita e, da lì in poi, ci sarà una progressiva riduzione. Dobbiamo considerare che noi, oggi, abbiamo i medici più anziani del mondo. Nel 2029, quando usciranno quelli che sono entrati a medicina quest’anno, avremo avuto in cinque anni 65mila uscite e saranno entrati meno di 20mila dottori. Quindi questo è un problema che è destinato a peggiorare. C’è veramente da preoccuparsi per la tenuta del sistema. A meno che, come fanno altri paesi, tu non vada a prendere dei medici dall’estero.
Per ora si è rimediato, soprattutto nel sistema dell’emergenza urgenza, con i gettonisti. Cosa ne pensa?
I gettonisti sono devastanti, perché, spesso, non sono all’altezza dei loro compiti. Ma, anche quando lo sono, ti trovi in una situazione con lo specializzando che si fa un mazzo così per 1.500 euro al mese e che, magari, ha di fianco uno che prende mille euro per un notturno. Però sono indispensabili, perché i giovani non scelgono più la disciplina dell’emergenza urgenza, un lavoro duro, con tutti i sabati e le domeniche occupati e che ti impedisce di fare la libera professione, perché i pazienti, a parte quelli che vanno al pronto soccorso, non hanno bisogno dell’emergenza urgenza.
Ci può fornire alcuni numeri sulla carenza dei medici nel nostro Paese?
Nel 2022, su 14.379 borse di studio bandite per le specializzazioni, gli ingressi sono stati 11.627. Nel 2023, su 16.125 borse bandite, sono stati 10.040. Vuole dire che molti scelgono di fare il medico di base o vanno all’estero. In particolare, nell’emergenza urgenza, nel 2023 le borse di studio sono state 943 e solo 228 le immatricolazioni a livello nazionale. Per quel che riguarda anestesia e rianimazione, sono state bandite 1.509 borse di studio e ne sono state immatricolate 669. Nel 2021 sono stati 2.700 i medici che si sono licenziati dal sistema pubblico e sono andati nel privato e all’estero. Nel 2022 sono stati 4.000 e nel 2023 sono stati 5.000.
Ma di chi è la responsabilità di tutto questo?
Le responsabilità sono politiche, perché i dati ci sono e si potevano vedere per tempo. Adesso puoi solo mettere più posti di ingresso e più borse di studio per la specializzazione, ma tenga conto che, per formare un medico, ci vogliono dieci anni.