Aguzzoli, il chirurgo che ama il bricolage
Ha fatto karate e legge libri sulla spiritualità. “Non sono più cattolico, ma penso che le religioni siano tutte vie per arrivare da qualche parte”
REGGIO EMILIA – Fabrizio Aguzzoli è stato per 5 anni consigliere comunale: eletto con i Cinque stelle è poi passato a Coalizione civica con Dario De Lucia, fuoriuscito dal Pd. Ha 65 anni ed è stato chirurgo al Santa Maria Nuova. Ha fatto il volontario per Emergency.
Parliamo un po’ di lei: studi, vita privata e lavoro
Sono stato un chirurgo oncologo: negli ultimi anni ho lavorato al Core. Sono sposato, ho due figli maschi di 31 e 33 anni. Uno è un fotografo e lavora nella moda, anche se vorrebbe fare il reporter in zone di guerra. L’altro è un agente di commercio.
Quali sono i suoi hobby?
Quando ho tempo vado a girare in montagna, cosa che mi manca moltissimo in questo periodo. Ho fatto anche dell’alpinismo quando ero più giovane. Ho scalato qualche 4.000 e qualche arrampicata sulla Pietra di Bismantova. Mi piace andare a funghi e pescare le trote. Poi adoro usare le mani e fare il bricolage: nel mio garage non c’è posto per le auto, perché è un’officina per gli attrezzi da falegnameria.
Le piace fare sport?
Ho fatto karate tanti anni che per me è un’arte. Adesso ho smesso. Ero cintura nera, ma quello è solo un punto d’arrivo. E’ dopo che si inizia a fare sul serio. Ma io avevo poco tempo, perché, con la mia attività lavorativa, facevo orari allucinanti.
Qual è il suo piatto preferito?
A me piace tutto. Mi piace la pasta. La carne la mangio poco per questioni di cultura alimentare, visto che sono un oncologo, anche se mi piace. Comunque devo dire che una bella carbonara è il massimo.
Libri e film. Quali sono quelli che l’hanno colpita di più?
Andavo poco al cinema. Con il mio lavoro ero così stanco che, quando tornavo a casa la sera, mi addormentavo. Un film che ho visto più volte è “Un mercoledì da leoni”. Mi ha appassionato molto, anche se io non ho mai fatto surf. Per quel che riguarda i libri, leggo molto. Soprattutto di spiritualità. Un libro che ho divorato quando avevo 14 anni è stato “Il gabbiano Jonathan Livingston” che è, appunto, una favola spirituale. Il messaggio è che devi osare di volare per scoprire nuovi orizzonti e lasciarti andare.
Lei è credente?
A differenza di Massari io sono credente. Nel senso che ho una mia spiritualità. Sono stato cattolico. Ho fatto lo scoutismo cattolico, quindi la mia tradizione è stata quella e non la rinnego assolutamente, perché è stata veramente molto importante nella mia formazione. Però, oggi, sono arrivato a pensare che tutte le religioni siano importanti. Per dirla in giapponese, come nel karate, sono tutte vie per per arrivare da qualche parte. Io credo che esista un Dio di amore. Diciamo che ci avviciniamo alla spiritualità per strade diverse e che ognuno di noi, tutti i giorni, sceglie fra il bene e il male.
Qual è il suo maggior pregio e il suo peggior difetto?
Oddio, non dovrei dirlo io, ma credo di essere una persona onesta. Che non ha mai fatto qualcosa per avere in cambio qualcos’altro. Faccio qualcosa, perché credo che sia giusto farlo. Il mio difetto è che sono molto testone e, se prendo un dritto, vado avanti. So che è una cosa su cui devo lavorare.