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Arresto Signorini, scontro fra Tarquini e Massari

11 maggio 2024 | 09:29
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Arresto Signorini, scontro fra Tarquini e Massari

Il candidato del centrodestra: “Approccio giustizialista quello di Massari, noi siamo garantisti”

REGGIO EMILIA – La vicenda giudiziaria dell’ex amministratore delegato di Iren Paolo Signorini, arrestato per corruzione, infiamma la campagna elettorale per le amministrative di Reggio Emilia. Se per Marco Massari, candidato a sindaco del centrosinistra, il manager deve subito dimettersi, la posizione di Giovanni Tarquini – sostenuto da Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia – è agli antipodi.

“Il candidato sindaco Massari – commenta l’avvocato reggiano – segue evidentemente l’approccio giustizialista dell’area politica a cui, di fatto, appartiene. Noi siamo e resteremo garantisti e non ci permetteremo mai di definire spregiudicata alcuna condotta che sia frutto di contestazioni che devono passare da una verifica processuale come – vivaddio – ancora prevede il nostro ordinamento giuridico”.

Inoltre, segnala Tarquini, “aggiungo che le misure cautelari devono sempre essere applicate con estremo rigore e dentro ai presupposti di legge. In questa vicenda immagino che il Tribunale del riesame se ne dovrà occupare”.

Tarquini conclude però precisando: “Dico questo per amore del principio della presunzione di innocenza, e ciò indipendentemente da valutazioni politiche e amministrative sulla scelta di amministratori e manager di Iren che dovrà senza dubbio essere oggetto di attenta rivisitazione”.

Alessandra Guatteri, ex esponente del Movimento 5 stelle e già consigliera comunale, candidata con la lista di Tarquini, aggiunge: “E’ evidente che quando si parla di partecipate che gestiscono beni comuni, la selezione dovrebbe basarsi non solo su elementi connessi al possesso delle competenze necessarie per gestire una società, ma anche su un curriculum di tipo ‘sociale’, che non sia solo legato all’appartenenza politica”.

Questo “episodio – conclude Guatteri – conferma che è il momento di dare una svolta anche a questa situazione che il Pd non ha mai voluto chiarire, dimostrando nei fatti di avere paura a fare una corretta operazione di trasparenza”.