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Casalgrande, il centro islamico si vuole allargare

23 maggio 2024 | 18:29
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Casalgrande, il centro islamico si vuole allargare

L’associazione El Nour sta raccogliendo fondi fra i fedeli per trasferirsi in un capannone più grande in via Statale 14/C

CASALGRANDE (Reggio Emilia) – Il centro islamico di Casalgrande vuole ingrandirsi e cambiare sede. L’idea è di trasferirsi in via Statale 14/C, lì vicino (la sede attuale è in via Statale 24), in un grande capannone di 600 metri quadrati, che ha bisogno di ristrutturazione.

Proprio per questo l’associazione El Nour ha indetto una raccolta fondi fra i fedeli dato che, per acquistare e ristrutturare, ci vogliono 250mila euro. Si invitano i fedeli anche a donare il loro 5 per mille. Sotto al manifesto, appeso al centro culturale, si legge la seguente frase. “Disse il profeta: chiunque contribuirà alla costruzione di una moschea, Allah gli costruirà una casa in paradiso”.

E’ tutto in regola dato che della vicenda dell’allargamento del centro islamico sono già stati informati gli amministratori locali. L’associazione El Nour, d’altra parte, esiste da quasi 20 anni ed è bene inserita nella comunità locale. Paga regolarmente l’affitto e i fedeli musulmani hanno fatto molti sacrifici, in questi anni, per allestire il loro centro islamico. Ora il loro sogno è allargarsi.

Un sogno che, spesso, si scontra con i piani urbanistici locali e le leggi nazionali. Le moschee riconosciute in Italia, come tali, sono una cinquantina e, di queste, poche sono dotate di cupola e minareto. I garage e i locali dismessi, o i capannoni, sono in realtà gli unici luoghi residuali in cui è “concesso” ai musulmani di esercitare la propria fede. Ciò in considerazione del fatto che le amministrazioni pubbliche spesso non prevedono, nei piani urbanistici, spazi per la preghiera dei musulmani e la legislazione nazionale sull’edilizia di questo culto non esiste.

islam

Così l’unico modo per i fedeli della comunità islamica di esercitare il loro diritto di pregare e di esercitare il proprio culto è di farli passare per centri culturali, essendo impossibile avanzare richieste come luoghi di culto, che hanno bisogno di iter urbanistici specifici e che tuttavia per l’Islam vengono praticamente esclusi.

La politica, poi, come al solito si mette di mezzo e non sempre per aiutare le comunità religiose differenti da quella cattolica. Recentemente, è stata approvata alla Camera, fra le polemiche, la proposta di legge di Fratelli d’Italia che prevede una stretta sull’utilizzo di sedi di enti del terzo settore come sedi di culto, a partire dalla trasformazione in moschee e madrase di luoghi inizialmente previsti per altre destinazioni. La proposta, a prima firma del capogruppo alla Camera, Tommaso Foti, ha avuto il via libera con 135 Sì e ora passerà all’esame del Senato.