Italia e mondo

Daniela Santanché, la procura chiede il rinvio a giudizio

3 maggio 2024 | 19:01
Share0
Daniela Santanché, la procura chiede il rinvio a giudizio

La ministra è accusata di truffa per la cig durante il Covid. Stessa richiesta per il compagno. Pd, M5S e Avs: “Meloni chieda le dimissioni”

MILANO – La Procura di Milano ha avanzato una richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di Daniela Santanchè e altre due persone, tra cui il compagno della ministra Dimitri Kunz, insieme a due società, in relazione al filone del caso Visibilia. Si tratta di un’indagine sulla presunta truffa aggravata ai danni dell’Inps riguardante la gestione della cassa integrazione durante il periodo della pandemia da Covid-19.

Secondo quanto riportato, la richiesta di rinvio a giudizio è stata avanzata dopo la chiusura delle indagini su questa parte del cosiddetto “pacchetto Visibilia”, che era avvenuta il 22 marzo. Oltre a Daniela Santanchè, la richiesta coinvolge il suo compagno Dimitri Kunz, Paolo Giuseppe Concordia (un collaboratore esterno con funzioni di gestione del personale di Visibilia Editore e Visibilia Concessionaria) e le due società menzionate.

Elly Schlein, segretaria del PD chiede rispetto da parte di Giorgia Meloni, sottolineando che Fratelli d’Italia ha una ministra, Daniela Santanchè, rinviata a giudizio per truffa all’INPS sui fondi Covid e, al contempo, candida un no-vax sotto alla Meloni. Schlein spera che la presidente del Consiglio abbia il rispetto per le istituzioni e chieda le dimissioni di Santanchè.

I senatori M5S della commissione Industria e Turismo, Sabrina Licheri, Gisella Naturale e Luigi Nave, affermano che la richiesta di rinvio a giudizio per Daniela Santanchè è l’epilogo di una vicenda oscura e disdicevole. Ribadiscono che le vicende giudiziarie non interessano, ma chiedono le dimissioni della ministra, sostenendo che non ci sono più alibi e che la permanenza di Santanchè nel ruolo sarebbe dannosa per il decoro delle istituzioni.

Angelo Bonelli di Alleanza Verdi-Sinistra ritiene che l’unica reazione accettabile sia le dimissioni di Daniela Santanchè e che la sua permanenza nel ruolo sarebbe uno schiaffo agli italiani e alla trasparenza che ogni governo dovrebbe garantire. Chiede a Giorgia Meloni di non rimanere in silenzio o rinviare questa decisione, poiché è in gioco la credibilità della sua maggioranza.

L’accusa sostiene che, nel periodo compreso tra il 31 maggio 2020 e il 28 febbraio 2022, Santanchè, Kunz e Concordia avrebbero ottenuto indebitamente la cassa integrazione per un totale di 13 dipendenti, nonostante essi continuassero a lavorare. Si afferma che i tre imputati fossero consapevoli di questa situazione e avrebbero anche dichiarato falsamente che tali dipendenti erano in cassa “a zero ore”.

Inoltre, si solleva il sospetto di un possibile falso in bilancio. Si sostiene che Santanchè, insieme ad altre 16 persone e tre società, sia coinvolta anche in un caso di falso in bilancio nella seconda parte del “pacchetto Visibilia”, anch’esso oggetto di indagine già conclusa e per cui è prevista una richiesta di processo nelle prossime settimane.

L’inchiesta si basa su testimonianze dei dipendenti, che avrebbero confermato che Santanchè sapeva della situazione, e su prove finanziarie raccolte dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza. Si afferma che l’INPS avrebbe versato oltre 126 mila euro, per un totale di oltre 20 mila ore di lavoro, ai dipendenti o alla società, nonostante essi continuassero a svolgere le loro mansioni, per lo più in modalità di “smart working”.

Si ipotizza che le integrazioni salariali siano state utilizzate per compensare le minori entrate della cassa integrazione guadagni rispetto agli stipendi, e che tali pagamenti siano stati coperti con finti rimborsi per “note spese”. L’unico interrogato dopo la chiusura delle indagini è stato Paolo Giuseppe Concordia.

Inoltre, Santanchè è accusata di falso in bilancio, insieme ad altre persone e società, nella seconda parte del “pacchetto Visibilia”, per la quale è prevista una richiesta di processo nelle prossime settimane.