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Elezioni, la Cgil torchia i candidati sindaco

22 maggio 2024 | 20:41
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Elezioni, la Cgil torchia i candidati sindaco

Confronto in via Roma su salario minimo, appalti e referendum

REGGIO EMILIA – Salario minimo, revisione degli appalti del Comune e quesiti referendari per un lavoro più sicuro e meno precario. Questi alcuni dei temi su cui la Cgil di Reggio Emilia ha “torchiato” oggi i candidati a sindaco della città, nel confronto andato in scena nella sede della Camera del Lavoro.

Fabrizio Aguzzoli di Coalizione civica, che ha firmato al banchetto allestito all’ingresso della sede di via Roma, ricorda: “Noi abbiamo messo nel nostro programma che per tutti i lavoratori degli appalti del Comune ci sia un salario minimo di nove euro l’ora, che equivale a poco più di 1.000 euro netti al mese, che comunque è al di sotto della soglia di povertà”.

Per il candidato di Coalizione civca, “il sistema degli appalti comunali va rivisto anche alla luce della recente vicenda giudiziaria”. Marco Massari, candidato del centrosinistra, ammette di “aver firmato i referendum a titolo personale, perchè nella mia coalizione ci sono sensibilità diverse” e si dice favorevole al salario minimo “in linea di principio, ma bisogna capire se e come è possibile applicarlo”.

Sugli appalti Massari propone poi di potenziare le clausole sociali dei contratti, “con premialità per le aziende che hanno un basso tasso di incidenti”. A proposito di sicurezza nei cantieri, Paola Soragni (Movimento per Reggio Emilia), dopo essersi schierata “contro ogni tipo di precarietà”, ricorda che esisteva un nucleo della Polizia locale dedicato agli abusi edilizi abolito nel 2013 e promette di ricostituirlo. Secondo Gianni Tasselli (Reagire) la strada da seguire per migliorare il lavoro è “reinternalizzare i servizi” e “abolire per legge il sub appalto”.

Il salario minimo, poi deve essere per Tasselli “di 10 euro e indicizzato”. Fabio Adelgardi, candidato al Consiglio comunale per Alleanza civica, ricorda che in Comune “ci sono molti somministrati” e sui referendum della Cgil “sta valutando”, dice, perché anche il codice degli appalti offre secondo lui tutele e garanzie.