Editoriali

Ex Fiere, polo della moda o del facchinaggio?

11 maggio 2024 | 15:20
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Ex Fiere, polo della moda o del facchinaggio?

La nostra città resterà l’unico capoluogo in Emilia-Romagna a non avere un polo fieristico, perché ha deciso di dare quest’area a un imprenditore privato

REGGIO EMILIA Si dice che alle ex Fiere nascerà il polo della Moda, ma forse sarebbe meglio scrivere che ci sarà il Polo del facchinaggio in via Filangieri. Infatti Max Mara intende trasferire lì, sostanzialmente, dei magazzini in cui fare della logistica. A questo si aggiungono uffici, spazi per la progettazione, servizi e show room. Lo farà in un’area strategica che ha pochi uguali in Italia, situata a 500 metri da un casello autostradale e a 500 metri dall’alta velocità.

L’iniziativa di Maramotti, avallata dall’amministrazione uscente, che a spron battuto ha predisposto  il piano attuativo di iniziativa pubblica che è stato assunto dalla giunta comunale (a cui seguirà l’adozione da parte del Consiglio comunale), mette definitivamente la parola fine a una eventuale possibilità di rilancio delle Fiere a Reggio Emilia.

La nostra città resterà quindi l’unico capoluogo in Emilia-Romagna a non avere un polo fieristico, perché ha deciso di dare quest’area a un imprenditore privato. Cinque anni fa, quando l’imprenditore di Correggio Giorgio Bosi, titolare della Pibiplast, che produce packaging in plastica per la cosmetica, acquistò i capannoni di via Filangieri all’asta per 6,8 milioni (la base d’asta all’inizio era di 13 milioni), in molti si chiesero cosa ne avrebbe fatto. Nulla, nell’immediato, a parte concederli per qualche mese per le vaccinazioni contro il Covid. Ora lo sappiamo. Per poi cederli a Maramotti per una cifra che pare si aggiri sui 12 milioni di euro.

Un bel guadagno, niente da dire. E un ottimo affare pure per Maramotti dato che, rispetto a cinque anni fa, quando i capannoni furono svenduti, il loro valore è salito parecchio. Ora in quell’area arriverà non un polo della moda, ma dei magazzini per la logistica. Facchinaggio, sostanzialmente. Qualcosa di molto lontano dai rilfettori delle sfilate di moda. Un settore povero fatto da cooperative formate immigrati, spesso mal pagati.

Reggio Emilia, sostanzialmente non ci guadagnerà niente. Solo lavoro precario e di bassa qualità e la perdita di un quartiere fieristico che avrebbe potuto dare maggiore valore alle aziende locali e creare un indotto importante per alberghi e ristoranti. Poi qualcuno si domanda ancora perché il centrodestra non vince mai in questa città e sembra quasi fare apposta a perdere le elezioni. Ecco, una risposta potrebbe arrivare proprio da quello che è successo alle ex fiere con la complicità dell’amministrazione comunale uscente e con il plauso congiunto, per l’operazione, di Massari e Tarquini, avversari alle amministrative, ma uniti da Max Mara.