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“Polo della Moda, rischio di congestione del traffico nell’area Nord”

16 maggio 2024 | 09:50
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“Polo della Moda, rischio di congestione del traffico nell’area Nord”

Marcello Nizzoli: “C’è il rischio concreto che peggiori la quasi invalicabile faglia viaria attuale, tra l’Area Nord Industriale e le zone residenziali, a sud del Centro”

REGGIO EMILIADa una lettura dei comunicati, fin qui diffusi, appaiono assenti due aspetti strategici del progetto del Polo della Moda che si spera siano affrontati dalla nuova giunta comunale, durante il necessario processo di approvazione della variante edilizia, da parte del nuovo consiglio comunale che si insedierà dal 2024 al 2029, oltre al parere del Comitato urbanistico di area vasta (Cuav), di cui fanno parte lo stesso Comune di Reggio, la Provincia e la Regione, oltre agli enti competenti in materia ambientale e sicurezza.
1. Servizi congressuali e fieristici nel Territorio
Con questo progetto l’Area Vasta che fa riferimento alla Stazione AV Mediopadana, così come la città di Reggio Emilia resteranno senza un adeguato polo fieristico ma anche di un centro congressi adeguato alla loro importanza strategica, perché la giunta comunale uscente ha deciso di concedere la strategica area fieristica di via Filangeri ad un uso industriale, diverso, con una variante urbanistica.
Giusto per ricordare: a Reggio Emilia sono state demolite, nei decenni scorsi, strutture come la sala congressi della Camera di Commercio, inoltre tutti i grandi cinema del centro sono miseramente chiusi, da anni senza che nessuno, dell’amministrazione pubblica abbia notato la mancanza di questo tipo di strutture che genererebbero un sicuro indotto attrattivo ed economico. 
Una città come Reggio Emilia muore culturalmente se non riesce ad offrire spazi adeguati per incontri ed eventi pubblici, dove le persone, anche più qualificate, possono esporre pubblicamente, condividere le loro esperienze professionali. È giusto ricordare che la prima giunta Vecchi ha anche troncato, nel 2016, l’esperienza del Lime Theatre, dell’imprenditore Roberto Meglioli, allestito proprio dentro ad uno dei capannoni delle ex-Ente Fiere, che aveva avuto immediato successo di pubblico, decretato dalla posizione strategica, a 500 metri dall’AV Mediopadana, ma anche dall’effettiva domanda del territorio per un ambiente concertistico, congressuale di qualità, con un’ottima acustica e tutti i comfort moderni.
Oggi le soluzioni a questa criticità non mancherebbero: basterebbe che il Comune imponesse a Max Mara la costruzione di un nuovo auditorium, con adeguata capienza, all’interno del Progetto di via Filangeri, che lo stesso Gruppo Tessile potrebbe affittare per eventi vari. Questa potrebbe essere un’opportunità “win-win”, sia per la Famiglia Maramotti che il Territorio, che si vedrebbero arricchiti da un’utile struttura congressuale, con la certa qualità garantita negli anni, dagli edifici costruiti dal Gruppo Max Mara.
2. Mobilità sostenibile 
Per questo aspetto vengono solo accennati interventi leggeri, di contorno, dei meri facelift della situazione stradale attuale, solo a livello di marciapiedi ciclopedonali, che non risolverebbero certo le oggettive criticità d’accesso sia attuali che future, già evidenziate in questi anni nell’Area Nord della Città ed alla sede del Gruppo Max Mara, posizionata nelle adiacenze dell’Asse Attrezzato viale Trattati di Roma SP3 (Reggio–Bagnolo-Novellara) e di via Nobel.
Nel progetto del Polo della Moda viene anche citata una grande superficie destinata a ben oltre 1.000 posti auto, per un totale di 7.237 mq., circa, ai quali si aggiungerebbe anche un autosilo, parcheggio interrato interno, di 17.000 metri quadrati., che dimostrano l’orientamento oggettivo alla mobilità individuale privata d’accesso per i circa 800 lavoratori, destinati al nuovo Polo di Mancasale.
Attualmente, quando i lavoratori del Gruppo Max Mara escono od accedono dall’attuale sede, in via Giulia Maramotti, l’impatto sul traffico automobilistico è pesante, genera congestione in gran parte delle zone nord ed ovest della città, quindi sarà d’obbligo progettare con attenzione tutte le misure d’accesso al nuovo Polo della Moda, soprattutto con modalità sostenibili, mezzi pubblici e mobilità ciclabile. 
Va notato che, oggi, ci sono già concrete difficoltà d’accesso, per arrivare in auto alla Stazione AV Mediopadana. I viaggiatori, specialmente alla mattina, sono frequentemente a serio rischio di perdere i Tav, in partenza da Mancasale, alle ore di punta. Anche l’accesso fluido al vicino casello autostradale A1 è compromesso, quando si muovono i lavoratori del Gruppo Max Mara.
L’attuale situazione d’insostenibilità della mobilità casa lavoro, verso e da via Giulia Maramotti potrebbe essere davvero aggravata dall’aggiunta del nuovo Polo della Moda, nella vicina via Filangeri. Va ricordato che, da anni, la passerella ciclopedonale del lato est del ponte cavalcavia di Calatrava è inagibile, perché è franata la rampa d’accesso. Il Comune si dovrà impegnare rapidamente, insieme a Max Mara, ad offrire ogni alternativa possibile funzionale all’auto privata, anche facendo la dovuta manutenzione alle opere già realizzate, rimettendole in funzione garantendo sicurezza e facilità d’uso, tutto l’anno.
Con il nuovo Polo della Moda c’è il rischio concreto che peggiori la quasi invalicabile faglia viaria attuale, tra l’Area Nord Industriale e le zone residenziali, a sud del Centro, dopo l’insediamento di questo grande polo attrattore di traffico automobilistico privato e commerciale, generato dalle esigenze logistiche industriali del Gruppo Max Mara. Sicuramente, questo nuovo impattante progetto industriale obbligherà i nuovi Amministratori Pubblici Locali a riprogettare la viabilità dell’Area Nord.
Le soluzioni non sono semplici:
Da circa 20 anni è stata costruita un’infrastruttura su rotaia, la metropolitana di superficie elettrificata che collega il Campus Universitario Unimore di San Lazzaro, posizionato a sud del Campovolo, a Bagnolo in Piano, che doveva sfruttare l’infrastruttura ferroviaria esistente della Reggio Guastalla. La metro di superficie di Reggio Emilia non ha mai funzionato, neppure un giorno. FER, Ferrovie Emilia Romagna, ente controllato dalla Regione Emilia Romagna, non ha mai attivato il servizio pubblico su rotaia di metropolitana, neppure con utili navette ferroviarie che potrebbero collegare rapidamente la Stazione Centrale con l’AV Mediopadana che è a soli 500 metri dal nuovo Polo della Moda, in via Filangeri ed a circa 2 km dalla sede attuale del Gruppo Max Mara, in via Giulia Maramotti. 
mobilità
Un nuovo sottopassaggio? Da anni si parla anche di un passaggio sotto all’Autostrada A1, che unirebbe via Lincoln (la prosecuzione di viale Morandi) a via Filangeri. Forse questo ambizioso, costosissimo e complesso progetto potrebbe essere sviluppato grazie proprio alla scintilla del Polo della Moda, per creare una nuova infrastruttura viaria a servizio del famigerato traffico cittadino nord-sud. Sulle planimetrie allegate alla Variante del Polo della Moda vi è solo un ipotetico sottopasso ciclopedonale, in via Lincoln (SC 1 Super Ciclabile, in colore fucsia), che ad oggi oltre che costosissimo appare di difficile realizzazione, anche solo per la sua lunghezza.
Per concludere:
Sicuramente, ogni soluzione “soft”, utilizzando le infrastrutture viarie esistenti, attraverso uno studio attento delle concrete esigenze degli spostamenti casa-lavoro e logistica del Gruppo Max Mara dovrebbe essere messo in atto immediatamente, con urgenza, per migliorare l’accesso a Mancasale. Il progetto dovrà basarsi sulla conoscenza della realtà e dovranno essere sviluppati servizi moderni ad una mobilità differenziata a supporto delle effettive esigenze degli spostamenti di lavoratori e merci, in termini di orari di lavoro, utilizzo digitale condiviso delle auto private “car-pooling”, bus navetta aziendali dedicati, concreto incentivo all’uso della bicicletta e dei bus del TPL di SETA (oggi, in via Giulia Maramotti manca ancora una fermata adeguata e coperta per chi utilizza i bus del trasporto pubblico.
Il TPL di SETA appare abbondantemente insufficiente al numero di persone che devono accedere ogni giorno a questo grande polo attrattore di traffico su gomma, con la sola linea 5, Rivalta-Mancasale, notoriamente lenta, con tempi di percorrenza inaccettabili e che esclude, senza cambi di mezzo, gran parte della Città). La rete ciclabile di Reggio è ancora oggettivamente insufficiente se non inesistente per l’Area Nord (anche nella pianificazione del PUMS, del Biciplan Velopoli e documenti relativi), manca ancora, inspiegabilmente, ad esempio, uno studio attento degli accessi ciclopedonali, sicuri all’attuale sede di Max Mara, dimenticata oggettivamente, dalle planimetrie del Comune, che soffre di interruzioni ed incompletezza, visibili anche dalla documentazione grafica.
Il Comune si dovrà impegnare seriamente per cambiare passo, per sviluppare efficaci servizi alla mobilità sostenibile, anche ciclabile, a vantaggio di chi vuole raggiungere in bici Mancasale e l’AV Mediopadana, provenendo da tutta la Città e non partecipando al caotico traffico automobilistico privato.
Marcello Nizzoli, marketing manager settore automotive