Referendum Cgil, Tarquini: “Paradossale l’adesione di parte del Pd”

Il candidato del centrodestra: “Il Jobs act è una legge targata Pd, questo è il senso del cortocircuito”
REGGIO EMILIA – “E’ paradossale l’adesione di ampia parte del mondo Pd ai referendum della Cgil, non ultimo il candidato Massari: il Jobs act è una legge targata Pd, questo il senso del corto circuito”.
Lo scrive il candidato del centrodestra, Giovanni Tarquini, che ieri non ha potuto partecipare all’incontro organizzato dalla Cgil, “come debitamente avvisato gli organizzatori, perché avevo assunto l’impegno irrinunciabile di incontrare a Roma il ministro della Giustizia Carlo Nordio e il sottosegretario Andrea Ostellari”.
Il candidato premette: “Il nostro impegno politico nel mondo del lavoro sarà concentrato sul tema irrinunciabile della sicurezza del lavoro: priorità assoluta”.
Poi aggiunge: “La politica non può entrare nel merito delle scelte contrattuali delle aziende, ma deve garantire e vigilare sul fatto che questa scelta sia nell’alveo della legalità. Una azienda ha il diritto di sviluppare la propria politica occupazionale nel contesto economico di riferimento e nel rispetto delle leggi del lavoro. Il sindacato deve svolgere la sua funzione dialettica di confronto nel merito delle scelte aziendali, ove ne abbia l’opportunità. L’impegno politico, anche il nostro, è quello di sollecitare il rispetto delle norme, la legalità contrattuale e attivare le forme istituzionali di controllo. Non quello di orientare in un senso o nell’altro la dialettica delle relazioni sindacali”.
Infine affronta il tema del referendum indetto dalla Cgil. Scrive Tarquini: “Anche in merito alla nostra posizione sulle proposte referendarie di Cgil di modifica del Jobs Act, preme segnalare innanzitutto come paradossale sia l’adesione di ampia parte del mondo Pd ai referendum, non ultimo il candidato Massari: il Jobs act è una legge targata Pd, questo il senso del corto circuito. Che, per le ragioni che seguono, ancora più paradossalmente, non porterà la nostra adesione per due ragioni: la prima, la norma non sarà una norma perfetta, sicuramente migliorabile, ma non da cassare, perché non ha generato mostri. Anzi, analizzando i dati del mercato del lavoro nella sua vigenza decennale, sono più i plus che i minus. La seconda, figlia della prima: riteniamo per questo specifico tema il terreno parlamentare l’alveo più naturale per apporti legislativi di miglioramento, molto semplicemente”.
E conclude: “Infine, per tornare al tema delle priorità, sfogliando i giornali di ieri leggo l’invito virgolettato di Cgil: ‘La politica si occupi di lavoro, non solo di sicurezza e del centro’. Certo, se l’obiettivo è quello di sviare l’attenzione sulla reale e grave situazione della nostra città, e delle responsabilità, benissimo parliamo di lavoro.
Purtroppo, però, come hanno riportato i quotidiani di ieri continuiamo a vivere in una condizione di degrado, con episodi di botte e litigi violenti in stazione; nei giorni scorsi un’ottantenne è stato rapinato. Proprio di sicurezza il Pd però sembra di non voler parlare o meglio, sembra volerne parlare, ma proponendo esclusivamente iniziative di natura sociale. Ben vengano, certo, ma da sole è chiaro che non bastano”.