I cittadini al procuratore capo: “Indaghi su mafie nella zona, il lavoro di polizia e carabinieri vanificato il giorno quando i fermati ritornano e li irridono”
REGGIO EMILIA – Nuovo grido d’allarme del comitato di residenti della zona stazione di Reggio Emilia, che questa volta scrivono direttamente a Calogero Gaetano Paci. L’invito al capo della Procura reggiana, riportato in una lettera aperta, è a indagare su eventuali fenomeni mafiosi nel quartiere (connessi soprattutto allo spaccio di droga, ndr) perché secondo i cittadini, “la mafia sta guadagnando in zona stazione sulla nostra pelle”.
Continua il portavoce del comitato Gianni Felici: “Lo Stato è assente. Le istituzioni sono assenti. Il sindaco Luca Vecchi ci ignora bellamente. Lo Stato vuole spingerci a scendere con i forconi?”. Per i residenti esasperati, insomma, ci vuole “una vera terapia d’urto”, vale a dire che “non bastano due o tre piantoni dell’Esercito con una camionetta, qui ce ne vogliono 100”.
Dopo l’ultimo episodio di cronaca – un barista malmenato perché intervenuto in difesa della figlia- i cittadini sottolineano infine: “Mentre il prefetto e il questore parlano di sorveglianza dinamica ed il Comune è accondiscendente, la pattuglia promessa non sempre è presente in piazzale Marconi, e soprattutto ci resta per poco tempo perché naturalmente deve coprire anche altre zone, mentre l’esercito ci sarebbe h 24”.
Il comitato ringrazia però gli operatori di Polizia e Carabinieri “per il lavoro improbo che fanno e che purtroppo viene vanificato quando il giorno dopo i fermati ritornano al loro ‘lavoro’ e li irridono”.