Editoriali

Tagli sanità, il Pd accusa la Meloni: ma ha la memoria corta

24 maggio 2024 | 15:19
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Tagli sanità, il Pd accusa la Meloni: ma ha la memoria corta

Negli ultimi 15 anni i tagli alla sanità li hanno fatti tutti e, prima di lanciare accuse, i politici del Pd, ma anche del centrodestra, dovrebbero pensarci bene

REGGIO EMILIA I leader del Pd accusano spesso il governo Meloni di aver tagliato i fondi alla sanità pubblica in questi anni. Questo è vero, ma hanno la memoria corta, come spesso accade ai politici, perché pure loro, quando erano al governo hanno fatto altrettanto. Lo dimostrano i dati della Fondazione Gimbe.

Ma andiamo per ordine. Partiamo dalle accuse del centrosinistra. Secondo i dati della Fondazione Gimbe la legge di Bilancio 2023 ha incrementato il fondo sanitario nazionale per gli anni 2023, 2024 e 2025, rispettivamente di 2.150 milioni, 2.300 milioni e 2.600 milioni. Nel 2023 ben 1.400 milioni sono stati destinati alla copertura dei maggiori costi energetici. Dal punto di vista previsionale, il Documento di Economia e Finanza 2023 (DEF) nel triennio 2024-2026, a fronte di una crescita media annua del PIL nominale del 3,6%, stima quella della spesa sanitaria allo 0,6%.

Scrive la Fondazione Gimbe: “Il rapporto spesa sanitaria/PIL si riduce dal 6,7% del 2023 al 6,3% nel 2024 al 6,2% nel 2025-2026. Nella NaDEF 2023, approvata lo scorso 27 settembre, il quadro tendenziale della spesa sanitaria peggiora: il rapporto spesa sanitaria/PIL precipita dal 6,6% del 2023 al 6,2% nel 2024 e nel 2025, e poi ancora al 6,1% nel 2026. In termini assoluti, nel triennio 2024-2026 è stimato un incremento della spesa sanitaria di soli 4.238 milioni (+1,1%). Nel 2022 e nel 2023 l’aumento percentuale del FSN è stato inferiore a quello dell’inflazione: nel 2022 l’incremento del FSN è stato del 2,9% a fronte di una inflazione dell’8,1%, mentre nel 2023 l’inflazione al 30 settembre acquisita dall’ISTAT è del 5,7%23 a fronte di un aumento del FSN del 2,8%”.

Fin qui, dunque, il centrosinistra ha ragione, almeno stando ai dati forniti da Gimbe: il governo Meloni sta tagliando. Ma cosa è stato fatto in precedenza? Andiamo a vedere.

Scrive la Fondazione Gimbe: “Fra il 2010 e il 2019 alla sanità pubblica sono stati sottratti oltre 37 miliardi, di cui: circa 25 miliardi nel 2010-2015, in conseguenza di “tagli” previsti da varie manovre finanziarie. Oltre 12 miliardi nel periodo 2015-2019, in conseguenza del “definanziamento” che ha assegnato meno risorse al servizio sanitario nazionale rispetto ai livelli programmati, per l’attuazione degli obiettivi di finanza pubblica. Complessivamente, il Fondo sanitario nazionale è aumentato di 8,2 miliardi, crescendo in media dello 0,9% annuo, tasso inferiore a quello dell’inflazione media annua (1,15%)”.

Fra il 2020 e il 2022 il fondo sanitario nazionale è aumentato complessivamente di 11,6 miliardi, crescendo in media del 3,4% annuo, decretando formalmente la fine della stagione dei tagli. Inoltre, da marzo 2020 a settembre 2022 sono stati emanati 13 decreti legge che hanno stanziato risorse ad hoc per la gestione dell’emergenza Covid-19 e per sostenere i maggiori costi energetici delle strutture del SSN, per complessivi 11.584,3 milioni: di questi 5.506 milioni hanno incrementato il FSN e € 6,078,3 milioni sono stati utilizzati per altre spese legate all’emergenza. Tuttavia, questo netto rilancio del finanziamento pubblico è stato, di fatto, assorbito dai costi della pandemia COVID-19, non ha consentito rafforzamenti strutturali del SSN ed è stato insufficiente a tenere in ordine i bilanci delle Regioni.

Volete sapere chi ha governato fra il 2010 e il 2022? Dall’8 maggio 2008 fino al 16 novembre 2011 c’è stato il governo Berlusconi. Poi dal 16 novembre 2011 al 27 aprile 2013 c’è stato il governo Monti. Dal 28 aprile 2013 al 21 febbraio 2014, il governo Letta, dal 22 febbraio 2014 al 12 dicembre 2016 il governo Renzi, dal 12 dicembre 2016 al 1° giugno 2018 il governo Gentiloni.

In sostanza dal 2013 al 2018 hanno governato leader che erano tutti del Pd, mentre nel 2010 e 2011 c’era Berlusconi e dal 2011 al 2013 Monti che godeva dell’appoggio esterno di quasi tutte le forze politiche.

Dal 1° giugno 2018 al 4 settembre 2019 c’è stato il Conte 1 sostenuto da Lega e M5S, ma dal 5 settembre 2019 al 13 febbraio 2021 c’è stato il Conte 2 sostenuto da Pd e M5S. Dal 13 febbraio 2021 al 22 ottobre 2022 c’è stato il governo di Mario Draghi, sostenuto da quasi tutte le forze politiche a parte Fdi. Dal 22 ottobre in poi c’è stato il governo Meloni.

E’ agevolare constatare, quindi, come per ben 5 anni della stagione di tagli alla sanità, dal 2013 al 2018, siano stati al governo leader del Pd (Letta, Renzi e Gentiloni). Per un paio d’anni, il 2010-2011 Berlusconi. Monti, nel periodo di tagli alla sanità, godeva dell’appoggio di quasi tutte le forze politiche, mentre Lega e M5S, con il Conte 1, portano le responsabilità dei tagli del 2018-2019 e il Conte 2, dal 2019 al 2021, ha affrontato la pandemia, ma i soldi, come sostiene Gimbe, sono finiti tutti nella lotta al Covid e non nel potenziamento del sistema sanitario nazionale. Altrettanto ha fatto Draghi fino al 22 ottobre 2022 che era sostenuto da quasi tutte le forze politiche.

Questo dimostra che, negli ultimi 15 anni, i tagli alla sanità li hanno fatti tutti e, prima di lanciare accuse, i politici del Pd, ma anche del centrodestra, dovrebbero pensarci bene.