
Il giovane chitarrista: “Il loro ultimo concerto? Speriamo di no”
REGGIO EMILIA – Gli AC/DC rappresentano la massima espressione dell’hard rock. Ieri sera l’elettricità e il dinamismo della band australiana hanno, more solito, contagiato intere generazioni. L’osservare un numero cospicuo di ragazzini tirare per la giacchetta i propri genitori è indice dell’intramontabile carisma dei cinque artisti (Brian Johnson, Phil Rudd, Angus Young, Stevie Young, Cliff Williams) che, forse, dopo cinquantuno anni di attività appenderanno microfoni e strumenti al chiodo.
Qualora optassero per il pensionamento a rendere sempre incandescente la Highway to Hell (l’autostrada per l’inferno) saranno i fan. Ancora prima che si accendessero i riflettori sul palco, chi scrive ha avuto il piacere di scambiare due chiacchierare con un chitarrista che, dai borghi romani, ha sconfinato oltre oceano, Thomas Raggi dei Maneskin.
Alla domanda se avesse cambiato gruppo musicale, immediata la risposta: “No, no! Sono venuto a vedere una band che stimo e con la quale sono cresciuto. E’ la prima volta che la vedo dal vivo. L’ultimo concerto? Speriamo di no”. Il pubblico presente ha assistito a un concerto sfavillante culminato con fuochi d’artificio a illuminare il cielo sopra l’Rcf Arena. E… lo spettacolo è proseguito lungo le vie della città del Tricolore dove il suono di una cornamusa scozzese ha accompagnato la danza sarda.