La figlia della vittima: “Pagherai per quello che hai fatto”. I vicini: “Una tragedia annunciata”
REGGIO EMILIA – Secondo la deposizione notturna di Riccardo Stefani alla stazione dei carabinieri di Bibbiano, il 41enne avrebbe agito per legittima difesa, colpendo alla cieca attraverso un buco nella porta provocato dai calci e pugni di Minaj, che stava cercando di entrare nell’appartamento. Stefani ha dichiarato di aver avuto paura per la sua sicurezza e quella della madre, presente in casa al momento dell’aggressione.
Stefani, assistito dall’avvocato d’ufficio Alessandra Bonini e alla presenza del pubblico ministero Isabella Chiesi, ha sostenuto di non aver avuto intenzione di uccidere Minaj, ma di aver agito per spaventarlo e allontanarlo. Tuttavia, questa versione è in contrasto con l’altezza del buco nella porta, che è sotto la maniglia. Da lì difficilmente Stefani avrebbe potuto colpire al petto con quella forza il 61enne albanese.
Gli investigatori stanno esaminando attentamente le prove e gli interrogatori delle persone informate sui fatti per chiarire tutti gli aspetti della vicenda, compreso l’antefatto e le eventuali provocazioni che potrebbero aver scatenato la furia di Minaj.
La figlia: “Pagherai per quello che hai fatto”
“Hai tolto la vita a un uomo ingiustamente e senza alcuna colpa”. E ancora: “Pagherai per ciò che hai fatto”. E’ quanto ha scritto su Instagram Giulia Minaj, la figlia del 19enne del 61enne albanese ucciso a coltellate da Stefani. La giovane è una studentessa del liceo Moro.
La vita di Stefani
La vita di Riccardo Stefani è stata segnata da difficoltà personali, tra cui problemi di droga e alcol, che hanno pesato gravemente sulla sua famiglia, in particolare sulla madre. Il 41enne era venuto a vivere a casa della madre, a Bibbiano, dal Piemonte, nell’ottobre scorso. Da quando era arrivato la vita dei vicini era diventata un inferno: atti di vandalismo e prepotenze.
Stefani urlava contro i vicini dalla finestra, li insultava se li incrociava, spaccava bottiglie. La madre lo aveva denunciato più volte per maltrattamenti, ma poi aveva sempre ritirato le accuse. Beveva molto. In passato, nel 2005, era stato arrestato a Cossato, dove viveva perché aveva molestato una barista in una piscina e aveva opposto resistenza ai carabinieri.
Nel settembre scorso si era preso una denuncia perché aveva imbrattato una rotatoria scrivendo con lo spray il nome del suo cane che, a suo dire, era stato investito lì.
Era arrabbiato con tutti perché non percepiva una pensione solidale. Aveva imbrattato, nell’ottobre del 2023, la sede della Cgil e la filiale del Credem di Barco a Bibbiano dato che non gli aumentavano l’assegno di disoccupazione. Poi la sfilza di furti negli esercizi commerciali del paese per cui aveva appena finito di scontare una pena ai domiciliari. Infine l’ultimo, tragico, evento di venerdì sera. “Una tragedia annunciata”, hanno commentato i vicini.