Sono coinvolti nell’operazione Free fuel che ha visto indagate, in tutto, 27 persone: uno è di Novellara, uno di Brescello e l’altro del capoluogo
REGGIO EMILIA – Attraverso dei dispositivi illegali (i cosiddetti “skimmer”) carpivano i dati delle schede carburante in uso alle aziende di trasporti. Poi rivendevano le “card” clonate o le utilizzavano per prelevare grandi quantità di benzina, ceduta in seguito a prezzi ribassati.
Si tratta del sodalizio criminale sgominato oggi, con l’operazione “Free Fluel” dei Carabinieri di Trento, che operava anche a Reggio Emilia, Brescia, in Spagna e in Romania. Sono in tutto 27 le misure cautelari eseguite dai militari nei confronti di due cittadini rumeni, due pakistani, un polacco, un croato, quattro marocchini e 17 italiani.
Per 14 indagati si sono aperte le porte del carcere, mentre altri 13 sono stati sottoposti all’obbigo di firma. In provincia di Reggio Emilia sono coinvolte tre persone: una di Novellara finita in manette e una del capoluogo che, insieme ad un altra di Brescello, hanno l’obbligo di presentarsi alla polizia giudiziaria. Le indagini sono partite da una serie di denunce relative alla clonazione di carte carburante (di cui le aziende a cui i dati erano stati sottratti non si accorgevano subito) che risultavano utilizzate soprattutto nella rete dei distributori della provincia di Trento.
Con servizi di osservazione mirati i Carabinieri hanno assistito e contestato agli indagati almeno 70 episodi di prelievi di benzina che, senza la minima cautela, veniva trasportata in grosse taniche da 1.000 litri su anonimi furgoni coperti e stoccata in un magazzino del Comune di Lavis o nella sede di aziende di imprenditori compiacenti. Il carburante era quindi rivenduto al prezzo ribassato di un euro al litro.
Le carte clonate erano invece di vario “taglio” e costavano da 100 ai 2.000 euro. Il vertice del sodalizio era secondo gli investigatori formato da sei elementi. Tre di questi, che risiedono in Trentino Alto Adige, avevano il compito di installare gli skimmer, clonare e vendere le schede, ed effettuare i prelievi fraudolenti di carburante da smerciare. Un cittadino rumeno faceva la spola tra la terra d’origine e l’Italia garantendo la fornitura degli skimmer che lui stesso costruiva.
Un soggetto pakistano residente in Spagna, infine, reperiva i codici per creare le tessere clonate. Il livello intermedio dell’organizzazione è risultato essere composto da otto soggetti con funzioni ancillari e di manovalanza. Infine 13 soggetti avrebbero acquistato le schede clonate e il carburante a basso costo, consapevoli della loro illecita provenienza. Per rimanere “al passo” con le tecnologie di pagamento messo in campo dalle varie compagnie petrolifere, la banda aveva anche pianificato il furto di un totem di pagamento self service di ultima generazione, mediante l’asportazione dell’intero apparato, per studiarne i meccanismi ed i circuiti interni e fabbricare uno skimmer ad hoc.
Gli indagati avevano un tenore di vita altissimo beneficiando di un giro di affari stimato di circa 15.000 euro a settimana. I Carabinieri hanno sequestrato: quattro skimmer, 110 schede clonate, sei furgoni, 150.000 euro in contanti, 6.400 litri di carburante “vampirizzato” e un auto di lusso.