
Gazza e Debbi contro il sindaco di Casalgrande: “Offensivo definirci ‘una megascatola vuota, ‘un partito con degli interessi all’interno che si sono innescati e hanno preso possesso del nostro territorio in tutti questi anni'”
REGGIO EMILIA – “C’è un limite alla diffamazione verbale che il sindaco Daviddi, non nuovo a queste situazioni, ha ampiamente superato ieri sera in un contesto per lui amico, una serata di alcune liste civiche reggiane al Pigal di Reggio Emilia, che gli ha consentito di spararne una più grossa dell’altra. Un’offesa a una comunità politica intera, quella del Pd della nostra provincia, definita una “megascatola” fatta di rappresentanti delle istituzioni nazionali e regionali, sindaci, consiglieri e tanti militanti e volontari, i quali vorrei ricordare, prestano in modo disinteressato il proprio tempo e le proprie energie”.
Massimo Gazza, segretario provinciale del Pd e Paolo Debbi, segretario del Pd di Casalgrande intervengono dopo le dichiarazioni del sindaco di Casalgrande che corre anche per il secondo mandato alle elezioni del prossimo 8-9 giugno. Scrivono: “Se esistono come lui dice una megascatola vuota, ‘un partito con degli interessi all’interno che si sono innescati e hanno preso possesso del nostro territorio in tutti questi anni… una lobby… un partito amministra i cittadini noi amministriamo per i cittadini… megascatole che hanno rovinato il nostro territorio… 700mila cittadini gestiti da 20 persone che hanno in mano il potere a Reggio’ allora denunci e circostanzi ai soggetti competenti. Al momento l’unico che ha dimostrato di difendere interessi personali e privati è Daviddi stesso”.
Continuano Debbi e Gazza: “A differenza sua, noi lo abbiamo già ampiamente documentato, si tratta di un abuso di potere su un’area di proprietà della sua azienda. Questo è un dato di fatto, mentre le sue sono solo illazioni utili per diffamare una forza politica e la sua comunità, nel peggior esempio della cultura populista. Attacchi che sono proseguiti nei confronti dell’assessore Donini, alla dirigente dell’Ausl Marchesi, alla prefettura di Reggio Emilia e a Iren. Una delegittimazione che riteniamo inaccettabile da chi veste una fascia tricolore”.
E concludono: “La smetta anche di inventarsi accuse di fascismo: abbiamo fatto una campagna elettorale alla luce del sole, con diversi incontri pubblici: mai e poi mai il nostro candidato Berselli ha accostato Daviddi al fascismo. Le chiacchiere sentite al bar non ci interessano. Piuttosto Daviddi rifletta sul fatto che il fascismo non solo è un’ideologia, ma un modo di intendere e abusare del potere in modo arrogante”.