
Campagna abbonamenti dal 6 al 26 luglio e da settembre la vendita dei singoli biglietti
REGGIO EMILIA – Sui palcoscenici dei teatri Valli, Ariosto e Cavallerizza, durante la stagione di prosa 2024 – 2025 si farà un lungo viaggio tra autori del passato e contemporanei, tentando di offrire una lettura accurata della drammaturgia, guidati dal filo del tempo: partendo dalla tragedia greca del V secolo a.C. e proseguendo con il teatro elisabettiano inglese, la Napoli seicentesca, il vaudeville francese, le storie della commedia dell’Arte, la Russia del XIX secolo, il Teatro-canzone italiano degli anni Settanta e la drammaturgia contemporanea.
In cartellone si alternano nomi di registe, registi, drammaturghi, attrici e attori, tra i grandi protagonisti del teatro italiano a noi contemporaneo: Silvio Orlando, Emma Dante, Elio, Andrea Pennacchi, Antonio Latella, Leonardo Lidi, Carmelo Rifici, Marco Baliani, Lodo Guenzi, Gabriele Vacis, la compagnia Babilonia Teatri, Emanuele Aldrovandi, solo per citarne alcuni.
Volendo trovare un elemento di connessione nella proposta artistica, viene naturalmente a mente la parola “Legàmi”,in tutte le loro diverse sfaccettature.
Sono familiari i legami messi in scena in diversi spettacoli della stagione.
In “Antigone e i suoi fratelli”, al centro è il sacrificio della protagonista per seppellire un proprio caro e fare, così, giustizia. Durante lo spettacolo si alterneranno, al testo originale di Sofocle, brani di Euripide e interventi pensati e scritti dagli attori e dalle attrici in scena, giovanissimi, di PoEM (Potenziali Evocati Multimediali), guidati dalla regia di Gabriele Vacis.
Si tinge di altri colori la famiglia espressa in “Zio Vanja”, di Anton Cechov, in cui l’atmosfera è soffocante, disperata, infelice, con protagonisti frustrati, annoiati e a tratti antagonisti. Secondo capitolo della Trilogia dedicata al drammaturgo russo del noto attore e regista Leonardo Lidi, è il prosieguo della fortunata produzione de “Il gabbiano”, che è andato in scena a Reggio Emilia nella stagione di prosa 2022-2023.
Anche in “Come diventare ricchi e famosi da un momento all’altro”, del drammaturgo reggiano Emanuele Aldrovandi, viene descritta una famiglia per alcuni aspetti infelice: al centro della storia, una madre e il suo piano per aiutare la figlia, di soli sei anni, a diventare un’artista di successo. Partendo da una vicenda familiare, lo spettacolo si espande a una analisi critica sulla nostra società, sul successo e sui social network.
Sempre in ambito familiare, la casa è il focus di “Pietre nere”, spettacolo della compagnia teatrale Babilonia Teatri. Drammaturgia originale, dissacrante e ribelle che, partendo dall’analisi della casa prima in senso stretto e poi in chiave più allargata e filosofica, racconta e descrive il nostro tempo e le contraddizioni dell’oggi.
Legami familiari, amorosi, amicali trovano spazio in “Ciarlatani”, con Silvio Orlando. In questo testo contemporaneo, del drammaturgo spagnolo Pablo Remón (che ne cura anche la regia), quattro attori e attrici mettono in scena più storie, impersonando una moltitudine di personaggi, spazi e tempi, dando vita a una satira sul mondo del teatro e del cinema.
Rimanendo nell’ambito dei legami, sono amorosi i rapporti che si sviluppano in “Molto rumore per nulla”, con la regia di Veronica Cruciani e, in scena, Lodo Guenzi e Sara Putignano, tra gli altri. Famosissima tragicommedia, scritta da William Shakespeare, che mette in scena amori, inganni, corteggiamenti e coppie, innamorate e non.
La coppia è al centro anche ne “La pulce nell’orecchio”, vaudeville dello scrittore francese Georges Feydeau, che mette in scena una commedia in cui, a causa di un dubbio di presunta infedeltà, viene a crearsi un complicato groviglio di situazioni assurde. Alla regia, Carmelo Rifici e, sulla scena, un cast d’eccezione.
Sono potenti i legami di solidarietà femminile rappresentati dalle quattro protagoniste di “Wonder Woman”, con la regia del pluripremiato Antonio Latella, che torna a Reggio Emilia dopo il successo de “Locandiera” della scorsa stagione. Latella si mette qui in gioco con un testo originale, scritto assieme al drammaturgo Federico Bellini. Una storia reale di cronaca, che pone sul tavolo il tema della violenza di genere.
Altri legami sono costituiti dai rapporti gerarchici, regolati dal potere. In “Re Chicchinella” della nota regista Emma Dante, viene raccontata una fiaba, liberamente tratta da Lo cunto de li cunti di Giambattista Basile, con protagonista un re molto malato, circondato dalla sua corte e una famiglia anaffettiva che pensa più alla ricchezza che alla salute del proprio caro.
Continuando con il fil rouge dei legami, sono di identità culturale, quelli espressi da “Quando un musicista ride”. Portando in scena l’immaginario degli Anni Sessanta e Settanta, il Cabaret, il Teatro canzone e le colonne sonore che hanno accompagnato intere generazioni di italiani, Elio e una band musicale che si esibisce in scena dal vivo, ripercorrono le più famose canzoni di Gaber, Jannacci, Cochi e Renato, Flaiano, Marcello Marchesi, e tantissimi altri autori.
La musica dal vivo è anche presente in “Arlecchino?”, drammaturgia e regia di Marco Baliani, che racconta i legami strutturati all’interno dell’ambito lavorativo. Sul palco è Andrea Pennacchi a interpretare più famoso protagonista della Commedia dell’arte, in una compagnia di cui è capocomico.
Fuori abbonamento:
Infine, alcuni appuntamenti fuori abbonamento per dare voce alle silenziose vittime del male. Nello spettacolo “Impronte dell’anima” con la regia di Antonio Viganò, viene raccontato lo sterminio delle persone disabili durante il periodo nazista: chi racconta questa drammatica storia sono le attrici e gli attori-di-versi della Compagnia Teatro la Ribalta-Kunst der Vielfalt, persone che secondo i parametri nazisti dell’epoca, erano “vite non degne di essere vissute”.
In “Se dicessimo la verità – Ultimo capitolo”, invece, le vittime sono di mafia. È il racconto di testimoni, giornalisti, familiari delle vittime della criminalità organizzata, una indagine sul presente, minacciato sempre più da una “distrazione di massa”.