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Lista Tarquini: “Sbagliato esonerare studenti musulmani da studio Divina Commedia”

1 giugno 2024 | 13:03
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Lista Tarquini: “Sbagliato esonerare studenti musulmani da studio Divina Commedia”

Il candidato all’europarlamento Antonio Cenini: “Negare la propria identità culturale e religiosa in nome della tolleranza e dell’inclusione porta al risultato esattamente opposto, alla vittoria dell’intolleranza e del pensiero unico”

REGGIO EMILIAI fatti accaduti nella scuola di Treviso, dove alcuni alunni musulmani sono stati esonerati dallo studio della Divina Commedia perché i suoi contenuti sarebbero in contrasto con i loro principi religiosi, deve far riflettere profondamente sulla deriva ideologica e culturale che sta attraversando la scuola italiana.

Agenzia educativa imprescindibile per la formazione dei cittadini – tanto da essere stata inserita nella Costituzione – negli ultimi decenni la scuola è stata stravolta da una serie di mutamenti soggettivi ed arbitrari, legati più all’ideologia che non alla sua funzione reale.

Così, invece di insegnare agli studenti a pensare in modo autonomo e critico, si è passati all’imporre cosa pensare, perdendo completamente di vista l’obiettivo ultimo – e più alto – della scuola: apprendere ricercando il senso profondo delle cose, sviluppare la propria intelligenza e capacità critica e acquisire la capacità di scegliere la migliore strada di vita per diventare uomini e donne adulti, maturi e responsabili.

In vista di questo fine, Dante rappresenta sicuramente il compendio perfetto della nostra cultura. In lui si trova la sintesi di una cultura millenaria: con Ulisse si riporta all’eredità gloriosa della civiltà classica, mentre con Francesca affronta il dramma dell’amore terreno, centro della contemporanea letteratura francese, e tramite Ugolino sviscera il tema del dolore, così drammatico nel realismo moderno, mentre nell’inno alla Vergine troviamo l’espressione più alta della sensibilità religiosa di un popolo.

Dante rappresenta la sintesi del nostro passato ed è radice del nostro futuro: se eliminiamo Dante, con chi lo sostituiremo? E, soprattutto, non è possibile sostituirlo senza rendere zoppa la nostra civiltà.

Nella crisi che sta vivendo l’Europa – e con l’Europa anche il nostro paese – cancellare la propria storia, la propria cultura, le proprie tradizioni in nome di mal comprese e ideologiche tolleranze, accoglienze o integrazioni, ha come unico risultato quello di cedere alla violenza con cui certi estremismi religiosi sottomettono col sangue ed il terrore intere popolazioni, privandole di identità e dignità.

Vuol dire costruire un’Europa frammentata, debole di fronte a ideologie estreme, in balia dei forti del momento, priva di obiettivi comuni e condivisi e quindi smarrita, anche di fronte ai piccoli problemi della quotidianità, devastata da microcriminalità, insicurezza, annientamento di luoghi identitari e valori.

Sì, perché la mancanza di identità culturale porta disorientamento nei giovani, che hanno bisogno di punti di riferimento su cui indirizzare la propria crescita e che oggi invece, in nome di un malinteso concetto di libertà, vengono abbandonati da chi dovrebbe invece trasmettere loro i valori della nostra civiltà, ridotti a contenitori da riempire di proposte approssimative, talvolta diseducative, o addirittura fuorvianti da un percorso di crescita sano verso la costruzione della persona e del cittadino.

A questo proposito è quanto mai significativa la posizione del Comune di Reggio Emilia, secondo cui è fondamentale promuovere formazione su “traiettorie educative inclusive sui temi delle differenze di identità di genere, orientamento sessuale e abilità”.

La scuola è sempre stata attenta all’inclusione, alla parità di genere, al rispetto di tutti, ed è fondamentale che lo faccia perseguendo sempre la maggiore efficacia. Ma qui si tratta di altro: si tratta della logica di subordinare l’educazione e la cultura alla ideologia.

Oggi si avverte forte il bisogno di una politica nuova, fatta di ascolto e di attenzione, di rispetto per la professionalità e la libertà di coscienza dei docenti, di un’amministrazione che sappia supportare l’azione educativa e culturale delle scuole, fornendo aiuti concreti e non orientandola dall’alto.

E’ necessario che la politica cittadina – anche in ambito educativo – passi dalla logica delle appartenenze a quella delle competenze. La Scuola deve essere una Agenzia Educativa che mette al centro il benessere e la crescita dei ragazzi e delle loro famiglie, deve sostenere i genitori nella difficile conciliazione tra tempo del lavoro e tempo per la famiglia e consegnare una visione e una speranza nel futuro ai ragazzi che il futuro sono chiamati a costruirlo, consegnando loro mezzi e strumenti necessari e interazioni sane con il territorio, con le imprese e con il tessuto sociale.

Riteniamo infine che sia contrario a una idea sana di futuro e di sviluppo permettere che il lavoro serio e coscienzioso di tanti, sia rovinato ogni giorno da polemiche cervellotiche sulle stravaganti invenzioni di maestri improvvisati.

“I gravi fatti che coinvolgono sempre più di frequente i nostri giovani confermano che è giunto il momento dell’unità – afferma il candidato sindaco Giovanni Tarquini – dell’unità della cultura, dell’educazione, del senso civico e sociale, e della politica che si deve rifare ai valori fondanti della nostra identità, dei diritti e dei doveri. E’ il momento dell’unità nella fede in noi stessi e del senso di responsabilità verso noi stessi e verso gli altri, pilastro fondamentale su cui si fonda la collaborazione tra i cittadini, e quindi la democrazia”.

“Negare la propria identità culturale e religiosa in nome della tolleranza e dell’inclusione porta al risultato esattamente opposto, alla vittoria dell’intolleranza e del pensiero unico. Il rispetto tra comunità diverse nasce dalla conoscenza reciproca, non dalla rinuncia unilaterale alla propria storia, alle proprie radici e ai propri simboli, che sarebbe invece una resa all’intolleranza. Dante e la Divina commedia sono patrimonio della cultura europea e come tali sono stati scelti dall’Italia come simbolo delle Scuole Europee nell’anno scolastico in corso” commenta infine Antonio Cenini, presidente del Consiglio Superiore delle Scuole Europee e unico candidato reggiano alle elezioni europee.

Giovanni Tarquini e Antonio Cenini e i candidati della Lista Civica Giovanni Tarquini Sindaco Gabriele Arveda, Carla Bazzani, Cristina Bigliardi, Maurizio Bocedi, Ivano Brunetti, Marianna Caldora, Stefania Caroli, Giuliano Casali, Letizia Davoli, Cristina Denti, Tiziana Evangelista, Edoardo Fontanili, Corrado Gambini, Francesco Gambetti, Alessandra Guatteri, Giuseppe La Costa, Rosaura Lombardo, Matteo Marchesini, Carmine Migale, Paolo Munari, Enrico Pozzi, Adriano Ruozzi, Gianpietro Sacchi, Mattia Soliani, Lonardo Sportelli.