
Dibattito sulla sicurezza, ieri sera, sotto l’isolato San Rocco con l’ex capo della polizia. “I cittadini diventano idrofobi quando sentono di non essere considerati”
REGGIO EMILIA – “Non c’è alcuna intenzione di avere il prefetto Gabrielli come consulente del Comune. Una richiesta formale in questo senso non è un tema sul tappeto, anche perché se no il sindaco di Milano Beppe Sala si arrabbia”.
Lo chiarisce Marco Massari, candidato a sindaco di Reggio Emilia per il campo largo del centrosinistra, nell’incontro di ieri sera all’isolato San Rocco con Franco Gabrielli. L’ex capo della Polizia, della Protezione civile e oggi consulente (a titolo gratuito) del Comune di Milano per la sicurezza e la coesione sociale, in particolare, si è confrontato con i comitati cittadini dei quartieri a più alto ‘tasso di insicurezza’, come centro storico, via Roma e zona stazione (dove per settimane ha tenuto banco il tema dell’invio dell’esercito). In premessa Massari ha ricordato: “La sicurezza è un bene comune senza colore politico, ma è anche un problema complesso per cui non esiste la bacchetta magica”.
Per il candidato sindaco “la repressione da sola non basta, c’è anche un tema di integrazione e decoro urbano e noi vogliamo affrontare la questione in modo serio e senza slogan”. Lo stesso Massari ha poi posto la prima domanda a Gabrielli, sulla gestione dei minori stranieri non accompagnati (oltre 200 quelli in carico al Comune di Reggio). Secondo Gabrielli “gran parte delle questioni sulla sicurezza attengono ai fenomeni migratori su cui da tempo, fin da quando proposi di creare un ministero unico, denuncio che sia mancato un approccio unitario”.
La complessità del problema, aggiunge Gabrielli, “va governata con accordi strutturali e onerosi tra Paesi mentre invece, parlando di minori, si scarica in modo acritico tutto sui Comuni”.
Marco Merola, portavoce del gruppo di residenti e commercianti del centro storico “Migliorare” ha letto la lettera dell’insegnante della studentessa aggredita pochi giorni fa in caserma Zucchi col fidanzato, che l’aveva difesa dai “pesanti insulti” rivolti alla giovane da uno sconosciuto. Ai cittadini di via Roma, che lamentano problemi di spaccio e ubriachezza molesta alimentata dai cinque minimarket presenti nella strada, il consiglio di Gabrielli è stato quello di “occupare e riappropriarsi degli spazi” che altrimenti diventano terra di nessuno.
Il prefetto ha strappato un applauso alla platea- una cinquantina di persone- quando ha evidenziato “i cittadini diventano idrofobi quando sentono di non essere considerati”.
Gianni Felici, portavoce della “porta di Reggio” cioè della zona stazione, ritiene che nel quartiere “girino almeno 200 spacciatori e il 90% non abita nemmeno lì”, tornando a insistere sulla presenza dei militari. Ma incontra il pollice verso di Gabrielli: “Non sono un grande fautore perché è come usare una Ferrari per fare un giro nel parco. Tra l’altro i cittadini non sanno che il progetto ‘Strade sicure’ costa tantissimo ai contribuenti, ma per presidiare, non controllare il territorio”.
Un compito “che non spetta ai militari o al sindaco ma alle forze dell’ordine: a ciascuno il suo”. Infine, ad una commerciante dell’isolato San Rocco che rimarca problemi di spaccio e degrado, Gabrielli indica come elemento utile anche il controllo di vicinato “che non sono ronde, ma serve”.