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Cgil e Cisl: “No alla privatizzazione dell’Asp della Bassa reggiana”

5 luglio 2024 | 14:32
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Cgil e Cisl: “No alla privatizzazione dell’Asp della Bassa reggiana”

I sindacati lanciano l’sos: “A rischio quattro case protette e 160 operatori”

POVIGLIO (Reggio Emilia) – Sos di Cgil e Cisl di Reggio Emilia per le voci arrivate ai sindacati in merito ad una “forte accelerazione del processo di smobilitazione dell’Asp ‘Progetto Persona’, dell’Unione Bassa Reggiana”. Un’operazione che, viene evidenziato, “significa rinunciare alla gestione diretta di ben quattro case protette sul territorio di Luzzara, Gualtieri, Brescello e Poviglio per un totale di 164 posti letto e 50 posti nei centri diurni” e di lasciare a casa 160 operatori alle dipendenze di Asp, “metà dei quali interinali”.

Per questo “diciamo un secco no a questo tentativo e chiediamo ai sindaci dell’Unione un incontro urgente. In un momento di massimo bisogno sociale da parte delle Comunità è antistorico, nonché un suicidio politico, prendere questa decisione”, affermano i due segretari confederali della Cisl Emilia Centrale Andrea Sirianni e della Cgil Elena Strozzi.

Dopo un primo incontro nel giugno scorso giudicato “molto superficiale” le parti sociali avevano espresso la loro contrarietà alla privatizzazione, ottenendo di riprendere un confronto dopo le elezioni amministrative e con la piena operatività delle nuove amministrazioni che governano la Bassa Reggiana. Tuttavia “il confronto non è partito: in compenso ci giungono segnali di una immediata decisione di soppressione dell’Asp”, affermano Strozzi e Sirianni.

Da qui la richiesta di un confronto con i primi cittadini “basato su numeri certi di Asp e su un’analisi capace di valutare non solo le difficoltà di gestione ma anche il grande patrimonio di professionalità e di competenze delle lavoratrici e dei lavoratori che sono un punto di riferimento per le famiglie, per gli anziani delle case di residenza. Personale che non merita di essere triturato da una privatizzazione al buio”.

I sindaci, proseguono le organizzazioni, “devono fare una scelta: o regalare al mercato i posti accreditati lavandosene le mani o varare un piano di gestione che porti Asp ad occuparsi di nuovi progetti e servizi sociali. E’ una questione di volontà politica. Volontà peraltro espressa in modo chiaro da una deliberazione dell’Unione, assunta nel 2018”. Infine, “proprio in questi giorni è in atto con la Regione un confronto sul nuovo sistema di accreditamento delle strutture socio sanitarie, il che rende ancora più incomprensibile la forzatura della dirigenza dell’Asp che vuole privatizzare, ma ancora non conosce quelle che saranno le nuove regole di ingaggio”, conclduono Cgil e Cisl.