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Conad Ospizio, Mercalli: “Il suolo perso è per sempre”

13 luglio 2024 | 15:07
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Conad Ospizio, Mercalli: “Il suolo perso è per sempre”

Il climatologo amico dei comitati reggiani: “Sottrarre verde è incostituzionale. Meglio utilizzare altre aree dismesse”

REGGIO EMILIA – Fa male all’ambiente, danneggia i cittadini privandoli di preziosi “servizi ecosistemici” e – da due anni – va anche contro il dettato della Costituzione. Si tratta del piano di riqualificazione urbanistica “Pru Ip 6” di via Emilia Ospizio, che a Reggio Emilia prevede di cementificare la maggior parte di un’area verde di quasi 52.000 metri quadrati per fare posto ad un centro commerciale, comprensivo di un maxi punto vendita Conad, parcheggi e della “casa della comunità” del quartiere.

Un intervento che il climatologo e divulgtore scientifico Luca Mercalli, amico dei comitati ambientalisti reggiani che cercano di evitarne la realizzazione, boccia come tutti gli altri che, dello stesso genere e a decine, gli vengono ogni giorno segnalati.

Al telefono con la ‘Dire’, Mercalli, ex consigiere scientifico dell’Ispra, spiega: “Il mio riferimento è il rapporto dell’Ispra sul consumo di suolo, il documento ufficiale della Repubblica italiana che dovrebbe fare da guida intanto ad una legge nazionale che purtroppo non c’è, e poi anche agli amministratori locali che magari con maggiore lungimiranza vogliano mettere in atto fin da subito quello che è nei loro poteri in attesa della legge”. Il rapporto, continua Mercalli, “è drammatico perché continua a fotografare la situazione di una Italia in cui attualmente perdiamo 2,5 metri quadrati al secondo di suolo che purtroppo va sotto le ruspe, il cemento, le strade, i parcheggi o i capannoni”.

Mercalli

Quindi, continua lo scienziato, “qualsiasi nuova attività che oggi viene progettata sul suolo agricolo, o su altri suoli finora non edificati, sacrifica un patrimonio non riproducibile perché anche in caso di demolizione il suolo ci impiega millenni per formarsi e quello che è perso è perso per le generazioni future”.

Per questo, dice ancora Mercalli, “è importante ogni volta che si fa un progetto riflettere se questo sacrificio sia indispensabile oppure (come nel caso di Reggio, ndr) si possano utilizzare altre aree dismesse o urbanizzate solo parzialmente e poi lasciate a metà”. Infatti “forse una buona amministrazione comunale può, insieme con le attività economiche del territorio, provare a suggerire delle alternative”.

Continua il climatologo: “L’obiezione che spesso viene fatta nel mettere nuove attività in aree dismesse è che i costi di bonifica sono spesso superiori rispetto al costruire un capannone su un prato verde. Ma qui è il pubblico che deve andare incontro al privato, magari proponendo vantaggi fiscali e altre forme di compensazione per chi secglie di non sacrificare il suolo e di intervenire su aree già compromesse”.

Conad Ospizio

Purtroppo “la mancanza di una legge nazionale sul consumo di suolo lascia liberi gli amministratori di fare quello che vogliono e spesso chi ci perde è la collettività, privata di un bene naturale che produce dei servizi ecosistemici”. Quali? “Intanto il cibo con la produzione agricola, poi il ciclo dell’acqua, la protezione dalle alluvioni, la presenza della biodiversità, l’assorbimento Co2 che aiuta a contrastare i cambiamenti del clima e la riduzione del caldo delle zone urbane in estate”.

Infine Mercalli conclude ricordando che “negli ultimi due anni ci sono state delle novità nella Costituzione con le modifiche apportate agli articoli 9 e 41. Nel 9 c’era enunciata la tutela del paesaggio ma oggi è stato aggiunto anche l’ambiente, quindi non è più solo una questione estetica ma anche dei servizi ecosistemici”.

E nell’articolo 41 “c’è scritto che l’iniziativa privata è libera ma non deve nuocere all’ambiente e alle generazioni future”. Quindi “se lo leggiamo in questa forma, la perdita di suolo è da due anni contro la Costituzione”, chiude l’esperto di ambiente. Intanto, stando agli elaborati del piano urbanistico della versione dell’ottobre del 2023 (che apporta lievi modifiche a quella del 2015), il cemento ricoprirà a vario titolo circa il 60% dell’area verde di Ospizio, pari a 31.000 metri quadrati, lasciando verde solo 20.000 metri quadri.

Alle funzioni private saranno destinati quasi 12.000 metri – oltre 4.000 per il Conad – quadrati contro i 1.100 che ospiteranno la casa della comunità. Una struttura di supporto ai cittadini che, secondo i comitati, potrebbe essere insediata nell’ex padiglione Esquirol del complesso del San Lazzaro. La partita resta comunque aperta. Relativa al Pru, approvato dalla Giunta comunale il 9 maggio scorso, non è stata ancora firmata alcuna convenzione urbanistica con l’attuatore. Inoltre, per la struttura commerciale, servirebbe anche il via libera della Provincia che non ha ancora calendarizzato la deliberazione (Fonte Dire).