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E’ morta la staffetta partigiana Giacomina Castagnetti

22 luglio 2024 | 09:54
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E’ morta la staffetta partigiana Giacomina Castagnetti

Politica, sindacalista, attivista per i diritti delle donne, è spirata all’età di 98 anni. I funerali si terranno domani alle 9 nella chiesa della Pieve a Castelnovo Monti. Il cordoglio della Cgil e del sindaco Massari

REGGIO EMILIA – E’ morta, all’età di 98 anni, la staffetta partigiana Giacomina Castagnetti, politica, sindacalista, attivista per i diritti delle donne, testimone conosciuta da decine di migliaia di studenti. Se n’è andata una settimana dopo la scomparsa di Giglio Mazzi, il partigiano “Alì”, a cui era legata dai giorni della guerra, lui giovanissimo gappista, lei impegnata nella casa di latitanza a Castellazzo.

Giacomina Castagnetti è spirata nella sua casa di Castelnovo Monti, il paese dove era giunta negli anni ’50 e dove era sempre rimasta.

Scrive Istoreco: “Giacomina Castagnetti, scomparsa a 98 anni a Castelnovo Monti, non lascia solo Istoreco, lascia Reggio, lascia una provincia intera, una comunità che ha tanti motivi per dirle grazie. E ci lascia nemmeno una settimana dopo Giglio Mazzi, il partigiano “Alì”, e a nemmeno due mesi da Francesco Bertacchini, “Volpe”. Doveva accadere, l’anagrafe non ha mai perdonato, ma per noi è dura. Tanto dura. Giacomina: giovane antifascista, partigiana, militante per i diritti delle donne, impegnata per i primi asili, consigliera comunale, sindacalista, sempre in prima linea in tutte le battaglie di giustizia e di valore. E poi, per decenni per cui le saremo eternamente grati, una testimone fantastica. Umana, empatica, energica, era capace di ammaliare i bimbi delle elementari, i ragazzi delle superiori, i gruppi stranieri, i migranti appena arrivati in Italia, gli adulti, i giornalisti e gli storici che arrivavano da mezza Italia per conoscerla”.

Giacomina Castagnetti

Migliaia di persone, tra il Viaggio della Memoria, i Sentieri Partigiani e mille altre strade, l’hanno ammirata e apprezzata. Le infinite code che si formavano alla fine degli interventi, per saluti, abbracci e autografi, erano sempre il momento più bello. E lei non si tirava mai indietro.

Continua Istoreco: “Quanti chilometri abbiamo fatto, Giacomina. In Italia e non solo, a Berlino e ovunque ci fosse bisogno. Quanti chilometri, quante risate, quante feste, quante chiacchiere e quante discussioni, con quel sorriso bellissimo, quella vitalità che lasciava a bocca aperta. Meraviglia pura, per qualcosa che a noi sembrava lontano e, grazie alle sue parole, così vicine. E di storie da raccontare Giacomina ne aveva così tante. Era nata a Roncolo per San Martino, l’11 novembre. Si chiamava Giacomina perché papà Giacomo era morto prima che lei venisse al mondo, in un incidente. La sua era una numerosa famiglia contadina, antifascista e di sinistra. Fiera di esserlo, senza paura di pagare il prezzo. Come accaduto a Giacomina alle elementari, unica bimba a non ricevere l’ovetto pasquale perché l’unica senza il vestito nero fascista. Nel dopoguerra, la sua casa si è sempre riempita di uova di cioccolato”.

Alla fine degli anni ’30 i Castagnetti si spostano, come tanti mezzadri. Finiscono a Castellazzo, nella campagna al confine tra Reggio e San Martino in Rio. Entrano nella rete del soccorso rosso per gli antifascisti, il loro casolare è un porto sicuro, e dopo l’armistizio diventa il rifugio di tanti partigiani, disertori, prigionieri scappati. È una delle case di latitanza in cui passano persone, rifornimenti, armi, messaggi. Lei gira con la sua bici, che i tedeschi proveranno pure a toglierle, osserva, si muove in una città occupata, rischiando tanto. Il 1 gennaio 1945 va ad aiutare Giglio Mazzi e Otello Montanari, feriti dai fascisti. Fa parte dei Gruppi di Liberazione della Donna e poi dell’Udi, l’Unione Donne Italiane. Finita la guerra, si batte per costruire i primi asili, per ottenere più diritti per le donne.

Giacomina Castagnetti

Ricorda Istoreco: “Il grande smacco, mai digerito, è di non poter votare per il referendum monarchia-repubblica. All’epoca la maggiore età era a 21 anni, nel giugno 1946 le mancavano pochi mesi. Ma da allora non ha mai mancato un giro alle urne. Diventa consigliera comunale del Partito Comunista Italiano a San Martino in Rio, tra le prime donne in provincia. Continua a battersi per i diritti di tutte e tutti, nel 1948, dopo uno sciopero a Rubiera, viene arrestata e rimane in carcere diverse settimane. Durante l’occupazione delle Officine Reggiane si impegna per aiutare gli operai, e sarebbe dovuta essere lei, figlia della campagna, a guidare il trattore R60 durante una grande manifestazione. E’ la foto più celebre del periodo, quella mentre conduce il trattore”.

Giacomina Castagnetti

Negli anni ’50, accetta un’altra sfida, tutto tranne che facile. Va in montagna a lavorare per il sindacato, la Cgil la manda in giro per borghi, paesi, a conoscere, a organizzare, a mobilitare. Una giovane donna sola in un luogo rurale, non è stato facile. A Castelnovo Monti conosce Onelio Coli, il futuro avvocato Coli. Si sposano e mettono radici a Castelnovo. Lei non molla mai, con la Cgil, con il partito, con l’Anpi, con l’Auser, entra in consiglio comunale e la sua casa diventa il riferimento per mezza montagna. Lo è sempre stata, e quell’abitazione in via Dante aveva sempre le porte aperte. C’erano sempre un caffè, un sorriso, una chiacchiera, una partita a carte, dei fiori freschi. C’era Giacomina. E con lei tutto il mondo. E c’erano le sue parole e la sua forza, quella che l’hanno resa una testimone unica. E, privilegio ancora più grande, una nostra meravigliosa, splendida amica. E sempre lo sarà”.

I funerali si terranno domani alle 9 nella chiesa della Pieve a Castelnovo Monti. Oggi la salma sarà esposta nell’abitazione di via Dante.

Lo Spi Cgil ricorda così la staffetta partigiana scomparsa: “Giacomina è stata una testimone determinante nella trasmissione della memoria per decine di migliaia di studenti. Il sindacato pensionati SPI CGIL la ricorda con riconoscenza, profonda stima e immenso affetto”.

Il segretario della Cgil, Cristian Sesena, aggiunge: “La dipartita di Giacomina ci riempie di tristezza. Con lei se ne va un pezzo importante della nostra storia collettiva. Il suo esempio di coerenza, tenacia, coraggio continuerà a guidarci in tempi difficili come questi in cui i diritti sociali e civili, conquistati in anni di lotte, vengono messi in pericolo dal ritorno di vecchi e nuovi fascismi”.

Dice il sindaco di Reggio, Marco Massari: “Castagnetti nel nostro tempo, ha continuato a essere staffetta, mantenendo senza sosta e con grande passione i ‘collegamenti’ tra la Resistenza e il mondo contemporaneo, negli incontri pubblici o trasmissioni televisive in cui veniva invitata a testimoniare, a raccontare”. Al “figlio Paolo, a tutti i famigliari e a quanti hanno incontrato e potuto conoscere Giacomina Castagnetti, il cordoglio mio personale e dell’Amministrazione comunale”, aggiunge il sindaco.

Dario De Lucia, consigliere di Coalizione civica in sala del Tricolore, aggiunge: “Sa sua vita è stata un esempio di coraggio e dedizione, sempre in prima linea nella lotta per i diritti delle donne e per la libertà”.