Cronaca |
Cronaca
/

Frode sanitaria, tre arresti: parteciparono a gare nel Reggiano

19 luglio 2024 | 12:19
Share0
Frode sanitaria, tre arresti: parteciparono a gare nel Reggiano

Sequestrati tre milioni di euro ad altrettante coop di Sassuolo partecipavano ad appalti sanitari senza averne i requisiti

SASSUOLO (Modena) – La Finanza di Modena ha arrestato tre uomini che sono accusati di associazione a delinquere finalizzata alla commissione dei reati di turbata libertà degli incanti, frode nelle pubbliche forniture ed autoriciclaggio e ha sequestrato 4 milioni di euro.

Il provvedimento arriva al termine di un’indagine, coordinata dalla procura di Modena e dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria dopo che, nel corso di un controllo amministrativo nei confronti di una cooperativa sociale con sede a Sassuolo, sono emersi indizi sull’esistenza di un sodalizio criminale dedito alla turbativa d’asta negli appalti nel settore sanitario.

I tre indagati amministravano tre distinte imprese, apparentemente aventi compagini sociali differenti e gestioni separate, ma sostanzialmente collegate e gestite da un unico centro decisionale e di interessi. Nel corso dell’indagine, la polizia giudiziaria ha analizzato 39 procedure ad evidenza pubblica, esperite nel periodo tra il 2019 ed il 2023, per un valore complessivo degli importi a base di gara di oltre 29 milioni di euro, anche se poi, a causa del fatto che non riuscivano ad adempiere alla prestazione, ne hanno riscossi solo tre.

frode

Le imprese nella disponibilità degli indagati venivano utilizzate contemporaneamente per partecipare a bandi di gara per la fornitura di personale medico ed infermieristico a strutture ospedaliere ed aziende sanitarie pubbliche di varie regioni italiane (Emilia-Romagna, Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Marche, Lazio e Molise), presentando offerte coordinate nei loro contenuti in modo da assicurarsi la vittoria o, quantomeno, aumentarne le relative probabilità, falsando la concorrenza nelle procedure.

Le tre coop avevano partecipato anche a quattro appalti, nel 2022, indetti dall’Ausl di Reggio Emilia ed erano stati esclusi per irregolarità tecniche. Gli appalti erano relativi ai pronto soccorsi degli ospedali Magati di Scandiano, San Sebastiano di Correggio, S. Anna di Castelnovo Monti e Santa Maria Nuova di Reggio Emilia.

E’ emerso inoltre che, al momento della presentazione dell’offerta tecnica, venivano allegate liste di medici (con relativi curricula vitae, titoli e specializzazioni) che, in realtà, non collaboravano con le società ed in taluni casi neppure erano a conoscenza di essere stati inseriti in un appalto specifico.

Quando una delle imprese riconducibile agli indagati otteneva l’aggiudicazione per l’effettuazione delle prestazioni sanitarie, gli indagati e la impresa aggiudicataria in molti casi non erano in grado di adempiere compiutamente e di garantire le prestazioni previste nel contratto.

Lasciavano così le strutture sanitarie nelle condizioni di non poter operare, oppure impiegavano i pochi medici disponibili in più turni lavorativi consecutivi, contrariamente alle disposizioni normative vigenti, o, ancora, inviavano medici non in possesso dei requisiti richiesti (specializzazioni), provocando così pericolose criticità alle strutture ospedaliere e situazioni di pericolo per i pazienti. Infatti, molti servizi riguardavano turni al pronto soccorso, di guardia medica pediatrica o di supporto anestesiologico, per i quali era richiesta un’elevata e specifica qualificazione.

frode

Sono anche stati sequestrati 4 milioni di euro. In tale importo sono ricompresi anche 710mila euro circa riferiti all’ipotesi di autoriciclaggio. Infatti, mediante le indagini finanziarie, è stato accertato che queste somme sono state trasferite ad un’altra società, estranea al contesto degli appalti, ma amministrata di fatto dai medesimi indagati, ed in parte confluivano su conti correnti esteri della Repubblica Lituana allo scopo di renderle non rintracciabili.

Sono state anche sequestrate disponibilità finanziarie, quote societarie e auto di grossa cilindrata, per un valore, ad oggi, di circa 300mila euro.