Spiace dirlo, ma, al momento, non vi è innovazione nella scelta delle persone che ricalca metodi del passato e logiche di partito
REGGIO EMILIA – Spiace dirlo, ma la discontinuità sbandierata dal sindaco Marco Massari non emerge dalla giunta che è stata presentata questa mattina. Forse verrà fuori più avanti per quel che riguarda la gestione amministrativa, ma, al momento, la scelta delle persone ricalca metodi del passato e logiche di partito.
Il rinnovamento è fisiologico per Alex Pratissoli, Raffaella Curioni e Daniele Marchi che avevano già fatto due mandati. Per la Sidoli era praticamente inevitabile, visto che il centro politico a Reggio Emilia si è liquefatto e considerati gli scarsi risultati che ha ottenuto sul centro storico in questi cinque anni. Fin qui, dunque, era inevitabile cambiare mezza giunta.
Vediamo il metodo scelto per i nuovi assessori. Rispondendo a una domanda del nostro giornale Massari ha detto che non ha seguito criteri correntizi. Eppure, dei cinque assessori Pd scelti, due, il vicesindaco e assessore ai Lavori pubblici Lanfranco De Franco e l’assessore alle Politiche educative Marwa Mahmoud, appartengono all’area Schlein e due, l’assessore alla Cura della città Davide Prandi e quella alla Cura delle persone, Annalisa Rabitti, all’area cattolica riconducibile a Delrio e Castagnetti. L’assessore a Economia urbana e sport, Stefania Bondavalli, consigliere regionale uscente, non ancora iscritta al Pd, non è assimilabile, invece, a nessuna di queste due aree. Perfetta suddivisione correntizia, dunque.
La scelta è avvenuta, per quel che riguarda i Dem, mettendo in giunta i primi cinque eletti. Unico criterio i voti presi e non le competenze, perché non significa che i primi cinque debbano, per forza, essere anche i migliori assessori per ricoprire quel ruolo. Gli altri assessori sono stati scelti pure loro per appartenenza politica e perché sono arrivati primi nelle preferenze, ovvero l’assessore alle politiche per il Clima e la mobilità sostenibile Carlotta Bonvicini per Europa Verde e Possibile e l’assessore alla tutela dell’Ambiente e università Roberto Neulichedl per il Movimento 5 Stelle.
Ci sono poi i due nomi che sarebbero stati scelti dal sindaco. L’assessore alla rigenerazione urbana e sviluppo sostenibile Carlo Pasini sostituisce, in un bizzarro incastro, l’uscente Pratissoli. Entrambi vengono da studio Alfa, una controllata di Iren, di cui Pratissoli è stato direttore e Pasini amministratore delegato. Massari dice che conosce Pasini dal liceo. Sarà vero, ma l’incastro è quantomeno curioso.
Per ultimo arriva l’assessore a cultura e giovani Marco Mietto, figlio di due ex segretari cittadini della Dc, il padre Alfredo e la madre Carla. Dal 2000 è direttore di Rete Iter, un’associazione senza scopo di lucro, nata nell’anno 2000, costituita da Enti Locali e Organizzazioni no-profit.