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Harris pronta alla nomination, attacca Trump: “E’ un truffatore”

23 luglio 2024 | 19:17
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Harris pronta alla nomination, attacca Trump: “E’ un truffatore”

Biden domani parla al Paese. Si dimette la direttrice del Secret Service. La moglie induista di Vance attaccata dai suprematisti bianchi

ROMA – “So che tipo di persona è Donald Trump, ne ho conosciuti quando facevo la procuratrice in California e ho messo sotto inchiesta truffatori e predatori sessuali”. Sbarcata a Wilmington al quartier generale della campagna Biden che ora porta il suo nome e lavora per lei, Kamala Harris sferra un attacco durissimo al tycoon nel suo primo evento elettorale dopo il ritiro del presidente dalla corsa.

Un evento al quale il commander in chief, in isolamento nella sua residenza al mare per il covid, ha voluto essere presente in video collegamento, rilanciando l’endorsement alla sua vice: “non sarò nel ticket ma sarò pienamente impegnato nella campagna e farò qualunque cosa Kamala Harris voglia o necessiti. Abbiamo preso la decisione giusta, lei è la migliore”, ha detto allo staff, invitando ad abbracciarla e sostenerla. Lei lo ha ringraziato, celebrando l’eredita’ senza pari di un “leader visionario”.

“So che la campagna ha fatto l’effetto delle montagna russe ma abbiamo ancora 106 giorni e vinceremo, voglio meritarmi la nomination e battere Donald Trump, quando combattiamo vinciamo”, ha esordito Harris dopo essere stata accolta con una standing ovation dallo staff e dai vertici della campagna, Jen O’Malley Dillon e Julie Chavez, che ha subito riconfermato in una linea di piena continuità. Presente anche il marito, che ha baciato.

Dopo il colpo basso a The Donald, la vicepresidente ha osservato che la campagna non è solo contro Trump ma tra due visioni diverse dell’America. “In questa elezione, ognuno di noi affronta una domanda: in quale tipo di Paese vogliamo vivere? In un Paese di libertà, passione e rispetto della legge, o in un Paese di caos, paura e odio?”, ha detto. Quindi ha promesso di mettere al centro della sua campagna i diritti riproduttivi, a partire dall’aborto, e la stretta sulle armi, con controlli universali sugli acquirenti, leggi ‘red flag’ (contro le persone ritenute pericolose) e il bando delle armi d’assalto.

A fine discorso è trapelata la notizia che ha rifiutato di presiedere il Senato quando il premier israeliano Benjamin Netanyahu parlerà mercoledì al Congresso a camere riunite. Una decisione già presa prima del ritiro Biden, anche se dovrebbe vedere ‘Bibi’ in un altro momento della sua visita. “Aveva un precedente impegno a Indianapolis”, ha cercato di minimizzare un assistente della Harris, che sembra pero’ voler prendere una posizione piu’ intransigente verso Israele e la sua gestione della guerra a Gaza, anche sullo sfondo delle proteste della base dem.

Intanto, in attesa di attaccare Kamala Harris, americana di origine per metà nera (padre giamaicano) per metà indiana, suprematisti bianchi e cospirazionisti dell’estrema destra Usa mettono nel mirino la moglie del vice di Trump, JD Vance: Usha Chilukuri Vance, induista, figlia di due immigrati indiani.

Nick Fuentes, un attivista del suprematismo bianco che è stato ricevuto due anni fa da Donald Trump a Mar-a-Lago, ha rilanciato dal suo podcast la teoria della “grande sostituzione” (la congiura per sostituire, in Occidente, la maggioranza bianca con una di colore grazie a massicci flussi migratori) aggiungendo “non mi aspetto che un tizio con una moglie indiana sostenga l’identità bianca”. Poi un’accusa più diretta: “La grande sostituzione in America ed Europa avanza non solo con gli immigrati, ma anche con i matrimoni interrazziali: che famiglia è questa con una madre che non è cristiana?”.

Stew Peters, commentatore ultraconservatore che si è conquistato un grosso seguito diffondendo teorie cospirative arriva a sostenere che “un colpo di Stato indiano sta maturando proprio qui nel nostro Paese, davanti ai nostri occhi”.

Un’altra nota attivista, Jaden McNeil ha pubblicato una foto della famiglia Vance – JD, Usha e i tre figli, Evan, Vivek e Mirabel – con un commento sarcastico: “Uno con una famiglia così farà sicuramente una lotta dura all’immigrazione”.