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Violenza su donne, la Cgil: “Troppi ritardi per reddito di libertà”

2 luglio 2024 | 15:10
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Violenza su donne, la Cgil: “Troppi ritardi per reddito di libertà”

Il sindacato: “L’Inps acceleri il sostegno alle donne vittime di violenza, ora ci vuole anche un anno”

REGGIO EMILIA – Ritardi nell’erogazione da parte dell’Inps del “reddito di libertà” per le donne vittime di violenza. “Diverse segnalazioni” al riguardo sono arrivate alla Cgil di Reggio Emilia che commenta: “Alla fatica e al dolore di intraprendere un percorso di uscita dalla violenza, le donne continuano a trovare sulla loro strada ostacoli che minano la loro possibilità di autodeterminarsi e riprendere in mano la loro vita”.

Il sindacato continua ricordando che “la legge di bilancio 2024 aveva previsto un incremento dei fondi destinati al reddito di libertà, per i centri antiviolenza e le case rifugio, misure di prevenzione e formazione, nonché fondi per finanziare lo sgravio contributivo a quei datori di lavoro privati che, nel triennio 2024-2026, si renderanno disponibili ad assumere donne disoccupate vittime di violenza”.

Il reddito tuttavia, aggiunge la Cgil reggiana, “pur rimanendo un’importante iniziativa, non è priva di criticità, prima fra tutte i lunghi tempi d’attesa, che possono arrivare all’anno, con i quali viene erogato da parte dell’Inps”.

Lungaggini, dice Elena Strozzi della segreteria confederale, che “penalizzano doppiamente le donne in quanto ostacolano in prima istanza il recupero di un’autonomia economica, prerequisito fondamentale per la riacquisizione dell’autonomia personale, nonché il percorso scolastico e formativo di eventuali figli o figlie minori e secondariamente diventano dirimenti nel momento in cui il reddito di libertà si configura come requisito utile ad agevolarne l’assunzione da parte di un’azienda che beneficerebbe degli sgravi fiscali”.

Pertanto, conclude Strozzi, “intervenire sulla puntualità dei pagamenti deve essere per l’Inps un obiettivo concretamente realizzabile”.