Violenze, minacce di morte e sequestro di persona, bottiglie incendiarie: identificati tre estorsori nella Bassa reggiana
Due in carcere, uno agli arresti domiciliari dopo le denunce delle vittime e le indagini dei carabinieri di Guastalla e Suzzara
GUASTALLA (Reggio Emilia) – Minacce di morte e violenza, addirittura l’ipotesi di un sequestro di persona per incassare il riscatto, da parte di tre loro connazionali. Le vittime sono due persone residenti nella Bassa reggiana. Una di loro, per non aver ubbidito e consegnato il denaro, è stato anche aggredito fisicamente subendo lesioni giudicate poi guaribili dai sanitari in 5 giorni. All’altra vittima è stata recapitata una bottiglia incendiaria davanti alla porta della sua attività commerciale.
Gli indagati sono tre, un uomo di 37 anni e due giovani 24enni residenti tra la Bassa reggiana e mantovana, che si sarebbero macchiati di una serie di condotte illecite per le quali, al termine delle meticolose indagini, i Carabinieri del nucleo investigativo di Reggio Emilia congiuntamente ai colleghi del nucleo operativo della compagnia di Guastalla, a cui le vittime si sono rivolte, li hanno denunciati alla Procura della Repubblica diretta dal procuratore Calogero Gaetano Paci, per il reato di tentata estorsione.
La Procura, condividendo le risultanze investigative dei Carabinieri del nucleo investigativo del capoluogo reggiano e dei colleghi del nucleo operativo della compagnia di Guastalla, ha richiesto e ottenuto dal gip del Tribunale di Reggio Emilia, l’applicazione della custodia cautelare in carcere per due dei tre coinvolti, rispettivamente di 37 e 24 anni, mentre per il terzo indagato di 24 anni è stata disposto l’obbligo di dimora nel comune di Viadana (Mantova).
Dalle risultanze investigative è emerso come i tre presunti estorsori, in concorso tra loro, avrebbero iniziato a mettere in atto le loro condotte illecite nel mese di luglio 2023, ai danni di una delle due vittime, avvicinandola di persona o chiamandolo al telefono, pretendendo la consegna di 2mila euro e minacciandolo. Nel settembre del 2023 la vittima, terminato il turno di lavoro, mentre si trovava a bordo della propria bicicletta, veniva avvicinata dalle tre persone che iniziavano ad inveire contro di lui, recriminando di non aver dato loro i soldi richiesti, colpendolo ripetutamente con dei bastoni di ferro dietro la testa e sulla gamba. Solo l’intervento di un collega di lavoro metteva poi in fuga i tre. Allertate le Forze dell’ordine e il 118 e la vittima veniva portata al Pronto soccorso dell’ospedale di Suzzara e dimesso con una prognosi di 5 giorni.
Il secondo episodio di tentata estorsione è avvenuta nello scorso mese di ottobre quando è andata a fuoco e rimasta danneggiata l’auto della seconda vittima. Poco dopo, la stessa vittima rinveniva davanti la porta di ingresso del proprio esercizio commerciale una bottiglia incendiaria inesplosa. A seguito dei due gravi episodi, quindi, la vittima, si recava presso i carabinieri per raccontare i fatti, rappresentando che fra l’altro, aveva iniziato a ricevere tramite la messagistica WhatsApp insistenti richieste di denaro, con ultimatum corredati da minacce di morte, utilizzando utenze mobili inglesi, associate di volta in volta a numeri diversi onde celarne l’identità.
Anche in questo caso i messaggi erano corredati da pesanti minacce: se non avesse consegnato la somma richiesta lo avrebbero fatto saltare in aria, avrebbero bruciato il suo negozio, e cagionato conseguenze alla sua famiglia fino ad ipotizzare il rapimento del figlio a fini di riscatto.