ROMA – Le forze israeliane hanno intensificato le operazioni militari nella Cisgiordania occupata, chiudendo le strade verso Jenin, Tulkarem e il campo di Far’a, secondo quanto riportato da Al Jazeera. Circa 80.000 palestinesi sono rimasti intrappolati in queste aree dove sono in corso operazioni militari. A Tulkarem, nel campo di Nur Shams, un posto di blocco permette alle persone di andarsene se lo desiderano, ma non è stato emesso un ordine di evacuazione diretto, suscitando timori di una possibile escalation.
Nel campo di Far’a, fonti mediche hanno riferito ad Al Jazeera che le forze israeliane hanno aggredito il responsabile del centro medico della Mezzaluna Rossa Palestinese e trattenuto brevemente i team medici prima di rilasciarli. L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani ha condannato l’approccio sempre più militarizzato delle forze di sicurezza israeliane, affermando che l’operazione in corso in Cisgiordania viola il diritto internazionale e rischia di peggiorare ulteriormente una situazione già molto tesa.
Secondo l’agenzia palestinese Wafa, l’Idf ha imposto un coprifuoco nella zona est di Jenin, limitando la libertà di movimento dei cittadini e sottoponendoli a interrogatori durante le perquisizioni delle abitazioni. Inoltre, le forze israeliane hanno ordinato ai residenti del campo profughi di Nur Shams di evacuare entro quattro ore, con l’intenzione di stabilire una postazione militare nel quartiere al-Maslakh per condurre ulteriori perquisizioni.
Il presidente palestinese Abu Mazen ha interrotto la sua visita ufficiale in Arabia Saudita per tornare in patria a causa dell’intensificarsi delle operazioni israeliane nella Cisgiordania settentrionale.