“Conad Ospizio, il Comune chieda di fare un passo indietro”
Duilio Cangiari e Loredana Bertani: “La catena commerciale ne trarrebbe indubbi vantaggi, tra i quali quello di migliorare la percezione della propria immagine pubblica”
REGGIO EMILIA – L’intervento di realizzazione dell’ennesima struttura commerciale all’Ospizio in una zona che vede tra l’altro, a poca distanza, la presenza di altri supermercati della stessa tipologia come prevedibile e anche comprensibile sta creando dibattito e mobilitazione tra i cittadini. Come noto si tratta della riqualificazione (“Programma di Riqualificazione Urbana”) di un’area in parte già compromessa su cui era presente il vecchio “ricovero” di Ospizio, abbattuto circa 20 anni fa.
L’intervento tuttavia, seppur ridimensionato nel tempo (fino al 2014 prevedeva la realizzazione di 11.000 mq di superficie commerciale, ora ridotta a 3.500mq), non si limita a riprendere il sedime dei fabbricati preesistenti, ma prevede di realizzare oltre ad un supermercato anche un polo socio-sanitario e una nuova biblioteca a servizio del quadrante Est della città.
La scorsa amministrazione ha provato, attraverso il nuovo Piano Urbanistico Generale, ad eliminare questa ed altre previsioni urbanistiche dalle medesime caratteristiche nell’iter di approvazione, perdendo però al TAR e successivamente impugnando la sentenza con un ricorso al Consiglio di Stato, di cui ancora non si conosce l’esito.
A vent’anni di distanza dalla demolizione dei precedenti fabbricati, si è rafforzata e consolidata la presenza di filari di alberi di prima grandezza, platani e tigli ormai ultracinquantenari che un tempo contornavano i viali interni del vecchio “ospizio” e che paiono in buon stato vegetativo, cui si è aggiunta una consistente vegetazione spontanea che, naturalmente, sta creando un “effetto bosco”, evidente ad ogni osservatore.
Ora riteniamo che non possano essere ignorate le sensibilità di tanti cittadini, fondate sulle preoccupazioni indotte dai cambiamenti climatici, a fronte certamente di diritti acquisiti di committenti, immobiliaristi e progettisti che continuano a progettare senza tenere nel minimo conto lo stato dei territori e la presenza del verde esistente.
Il verde consolidatosi nelle aree di trasformazione, lasciate in sonno negli anni della facile espansione urbana non può essere una fastidiosa presenza di cui liberarsi in fretta, un bene comune considerato di intralcio alle nuove edificazioni.
Il progetto in questione, che ricordiamo prevede l’abbattimento di ben 150 alberi e un impianto architettonico ormai obsoleto (pensiamo alla spianata di parcheggi a raso davanti all’area commerciale), riteniamo non tenga conto delle nuove prospettive che le città europee più avanzate stanno cercando di attuare per ridurre le isole di calore e rendere maggiormente gradevoli e vivibili le aree più congestionate e urbanizzate.
Entrando poi nel merito delle funzioni socio culturali e socio sanitarie aggiunte e associate alla intenzione primaria di realizzare un nuovo supermercato, se è vero che sia la Biblioteca Ospizio che il Polo Sociale verrebbero ceduti gratuitamente al Comune, la stessa cosa non si può dire per la realizzazione della nuova Casa della Salute, che verrà costruita dal privato ma presa in affitto dall’Ausl con evidenti costi non ancora quantificati per il pubblico.
Ci chiediamo quindi se non sia il caso di individuare, allo scopo, uno spazio già di proprietà pubblica nella vicina area del S. Lazzaro, un luogo da sempre vocato alla presenza di importanti servizi sanitari.
Non si può non tenere conto che tanta parte della città si sta mobilitando per far sentire la propria voce e il proprio dissenso nei confronti di questa iniziativa.
Bene ha fatto l’assessora Bonvicini a sottolineare come l’amministrazione debba svolgere un ruolo attivo tra le diverse istanze, ma pensiamo che sia ora più che mai cruciale comprendere anche dall’assessore all’urbanistica e dal sindaco, cosa pensano di fare e quali iniziative intendono prendere per gestire nella contemporaneità questo piano ormai vecchio di vent’anni, come nuova amministrazione che ha fatto della sostenibilità nelle politiche territoriali, la cifra caratterizzante di una nuova stagione amministrativa.
Il tema quindi non è “solo” di carattere legale o amministrativo puro, ma di sostanza politica e di attenzione rispetto ad una situazione territoriale in cui sono in gioco molte sensibilità e interessi contrapposti.
Vorremmo evitare di trovarci in una situazione di forte e radicale opposizione come quella verificatasi a Bologna per le scuole Besta, dove ha prevalso la contrapposizione tra cittadini e committenza sino ad arrivare all’utilizzo della forza pubblica, segnando in questo modo una clamorosa sconfitta della politica locale.
Per questo chiediamo con forza alla nuova Amministrazione di dare un chiaro segnale politico, richiedendo alla committenza una revisione della propria iniziativa dalla quale la stessa catena commerciale trarrebbe indubbi vantaggi, tra i quali quello di migliorare la percezione della propria immagine pubblica, in parte compromessa, in quanto associata a precedenti interventi edilizi fortemente criticati.
Duilio Cangiari e Loredana Bertani co portavoce di Europa Verde Reggio Emilia