Maglietta che celebra il duce al ristorante, Iori si scusa con il gestore
Il presidente del consiglio comunale: “Gli ho anche spiegato perché, per me, era importante sollevare questo tema e ha capito, invitandomi ad andare a trovarlo personalmente all’Osteria appena possibile”
REGGIO EMILIA – “Ho chiesto scusa per avere sollevato un “polverone” che ha coinvolto il suo locale, ma gli ho anche spiegato perché, per me, era importante sollevare questo tema e ha capito, invitandomi ad andare a trovarlo personalmente all’Osteria appena possibile”.
Il presidente del consiglio comunale, Matteo Iori, dopo la vicenda relativa alla maglietta che inneggiava al duce, indossata da un avventore dell’osteria Doppio Litro di Coviolo, ha telefonato al gestore del locale che aveva messo alla berlina con un post su Facebook, una lettera ai giornali e una recensione su Tripadvisor accusandolo di non aver detto nulla a quel cliente e, anzi, di essersi intrattenuto a bere con lui fuori dal locale.
Scrive Iori: “Ieri, sul tardo pomeriggio, una conoscenza comune mi ha fatto avere il numero di cellulare del proprietario dell’Osteria Doppio Litro e gli ho telefonato per parlare di ciò che era successo. Il signor Catellani, che ha 70 anni e gestisce con i figli il locale, mi ha risposto con grande educazione e ascolto. Ha capito le mie perplessità e mi ha detto che ne parlerà con i figli che si erano intrattenuti col cliente a fine serata, ha rimarcato che lui è ben lontano dalle idee proposte da chi portava quella maglietta e che se ricapitasse chiederebbe al cliente di indossarne una diversa”.
Continua Iori: “E’ stata una chiacchierata gradevole e costruttiva. Detto questo: penso di aver fatto bene a sollevare il problema? Ritengo di si. Forse è un’impressione solo mia, ma mi sembra che ultimamente più persone si sentano autorizzate a mostrare in pubblico la nostalgia del ventennio che reputo più vergognoso per il nostro Paese. Davanti a certe cose, a mio avviso, abbiamo due opzioni: non approvare, ma non dire nulla, o non approvare e sollevare il tema. Esporsi è più faticoso, c’è un maggior dispendio di energie, si è molto più esposti alle critiche e ad altro. Però il rischio del non dire nulla è che certi messaggi finiscano per essere “normalizzati” e che chi li mostra si senta sempre più in diritto di farlo. Da sempre l’indifferenza a certi fenomeni e l’affievolirsi di un pensiero critico è stato fautore di grossi passi indietro per la nostra società”.
Conclude Iori: “Liliana Segre definisce l’indifferenza come “più colpevole della violenza stessa. E’ l’apatia morale di chi si volta dall’altra parte: succede anche oggi verso il razzismo e altri orrori del mondo.” Spero di avere sempre le energie, la voglia e la determinazione per sollevare questi problemi qualora debba trovarmene di nuovo davanti. Spero di non diventare mai indifferente”.