Panetta: “Il calo demografico pesa su sanità e pensioni”

Il governatore della Banca d’Italia: “Bisogna favorire l’afflusso di immigrati regolari”. L’Italia spende in debito quanto nell’istruzione
ROMA – Il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, ha recentemente affrontato alcune delle principali sfide economiche che l’Unione Europea e l’Italia devono affrontare, mettendo in evidenza il preoccupante calo demografico nell’UE e le sue potenziali conseguenze. Panetta ha sottolineato come questo fenomeno possa avere effetti negativi sui sistemi pensionistici, sanitari, sulla capacità di innovare e intraprendere, e sulla sostenibilità dei debiti pubblici. Per contrastare tali problemi, ha affermato che è fondamentale rafforzare il capitale umano, aumentare l’occupazione giovanile e femminile, e considerare l’afflusso di lavoratori stranieri regolari come una risposta economica razionale.
Panetta ha anche parlato dell’Italia come unico paese dell’Eurozona in cui la spesa pubblica per interessi sul debito è paragonabile a quella per l’istruzione, un segnale di come l’alto debito stia limitando le opportunità delle nuove generazioni. Ha quindi suggerito una gestione prudente dei conti pubblici, accompagnata da un aumento della produttività e della crescita, come percorso necessario per migliorare la situazione.
Riflettendo sull’integrazione europea, Panetta ha evidenziato i benefici che il mercato unico ha portato, con un incremento stimato del reddito pro capite del 20%. Tuttavia, ha avvertito che l’idea di un’area euro funzionante senza una capacità fiscale centralizzata è un’illusione, e ha invitato a proseguire verso una maggiore integrazione fiscale e finanziaria nell’UE. Panetta ha indicato che la nuova legislatura europea dovrà essere capace di consolidare i progetti di spesa comuni e considerare i prossimi passi dopo la scadenza del programma NGEU nel 2026.
Infine, sul fronte della politica monetaria, Panetta ha accennato alla fine della fase di restrizione monetaria, suggerendo che l’Europa potrebbe entrare in una fase di allentamento delle condizioni monetarie, dato il rallentamento dell’economia mondiale e il calo dell’inflazione.