L’attacco del presidente del consiglio comunale contro un locale reggiano è stato spropositato e fuori misura
REGGIO EMILIA – Il presidente del consiglio comunale, Matteo Iori, ha attaccato i gestori di un locale reggiano, il Doppio Litro di Coviolo, perché avrebbero fatto entrare una persona con una maglietta che celebrava il duce (“Benito santo subito”, la scritta) e non lo avrebbero redarguito. Anzi, secondo quanto racconta il politico reggiano, avrebbero pure bevuto un bicchiere di vino con lui chiacchierando amabilmente. Iori, che stava mangiando nel locale, non ha gradito e ha inviato una mail ai giornali, pubblicando tutto su Facebook, stigmatizzando il comportamento dei gestori e dicendo che lui non andrà più a mangiare in quel locale.
Sotto la notizia che abbiamo pubblicato è nato subito un acceso dibattito fra chi da’ ragione e chi da’ torto a Iori. Il punto però qui è un altro. Un politico, che ricopre una carica importante nella nostra città, la seconda come importanza dopo il sindaco, ha usato il suo peso e la sua influenza non per attaccare un avversario, ma una attività economica locale.
Iori ha messo alla berlina un ristorante, perché non ha redarguito un avventore che indossava una maglietta che non era di suo gradimento. Come se, secondo lui, i gestori di un locale dovessero mettersi a controllare le scritte sulle magliette dei clienti. Stupisce che una simile idea sia stata partorita da una mente politica di solito equilibrata che, come ruolo rivestito, dovrebbe essere super partes.
La scritta su quella maglietta è stupida e offensiva, soprattutto in un Paese come il nostro che ha sofferto la tragedia del nazifascismo. Ma se quella scritta lo offendeva, Iori poteva tranquillamente alzarsi e andare a dire qualcosa all’avventore. Poteva dire qualcosa al gestore, ma invece ha preferito utilizzare il suo peso mediatico per farlo sapere a tutti. È evidente la sproporzione della sua reazione.
La nostra solidarietà va al gestore del ristorante che, suo malgrado, si è ritrovato al centro di una polemica politica di cui avrebbe fatto volentieri a meno. Chi scrive è convintamente antifascista, ma vorremmo dire a Iori che purtroppo quello che ha fatto non giova alla causa dell’antifascismo. Anzi.