
A fronte di quasi 5.000 istanze trattate: soltanto otto sono state impugnate al Tar, che, in tre casi, ha respinto la richiesta
REGGIO EMILIA – Sono 50 le interdittive sottoscritte dal prefetto di Reggio Emilia, Maria Rita Cocciufa, nel 2024, a fronte di quasi 5.000 istanze trattate dall’inizio dell’anno, tra richieste di iscrizione alla white list e di informazioni o comunicazioni antimafia. “Per ciascuna istanza – sottolinea il prefetto – viene espletata un’articolata istruttoria, condotta dall’ufficio antimafia della Prefettura sulla base delle informazioni fornite dalle forze di Polizia”.
Inoltre, “i procedimenti più complessi sono poi sottoposti all’esame collegiale del gruppo Interforze, dove, caso per caso, vengono analizzate ad ampio spettro tutte le informazioni emerse, e dove si procede eventualmente anche all’audizione dei rappresentanti della società esaminata”.
È quindi “evidente come l’interdittiva rappresenti un atto adottato a valle di un’approfondita attività istruttoria, dalla quale devono scaturire tutti gli elementi necessari a sostegno di un provvedimento così rilevante per la tenuta economica dell’impresa colpita”, evidenzia di nuovo Cocciufa.
“D’altronde – aggiunge – l’accuratezza del lavoro della Prefettura e di tutti i componenti del gruppo interforze è confermata anche dai dati relativi al contenzioso legato a questi provvedimenti: delle 50 interdittive adottate nel 2024, infatti, soltanto otto sono state impugnate al Tar, che si è già espresso in tre occasioni respingendo la richiesta di sospensiva”.
Dal 2010, intanto, in provincia di Reggio Emilia sono state spiccate 400 interdittive nei confronti di aziende a rischio di infiltrazione da parte della criminalità organizzata.