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Saman, la madre arriva a Fiumicino nel primo pomeriggio

22 agosto 2024 | 12:43
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Saman, la madre arriva a Fiumicino nel primo pomeriggio

La donna sarà trasferita in carcere e poi in una struttura emiliana. Il ministro Nordio: “Passo fondamentale per giustizia”

REGGIO EMILIA – È previsto nel primo pomeriggio l’arrivo all’aeroporto di Fiumicino di Nadia Shaeen, madre di Saman Abbas, estradata dal Pakistan dopo la condanna all’ergastolo per l’omicidio della figlia, in concorso col marito e altri tre parenti. La 51enne sarà trasferita nel carcere di Roma e poi, dopo le formalità di rito, in un penitenziario emiliano. Dopo un complicato iter burocratico, agenti del Servizio per la cooperazione internazionale di Polizia della Direzione centrale della Polizia criminale, coordinati dalla Procura della Repubblica di Reggio Emilia, si sono recati in Pakistan dove hanno preso in consegna la donna, detenuta dalle Autorità locali.

Nazia Shaeen, insieme al marito Shabbar Abbas e al cognato Danish Hasnain, all’esito del giudizio di primo grado del 19 dicembre 2023, è stata ritenuta dalla Corte d’Assise del Tribunale di Reggio Emilia responsabile dell’omicidio di Saman Abbas, avvenuto a Novellara la notte del primo maggio 2021. I genitori della ragazza erano poi tornati in patria dandosi alla latitanza. Shabbar era stato arrestato a novembre del 2022 e estradato ad agosto dell’anno successivo. Nei confronti della moglie era stata diramata una “Red notice” dell’Interpol che ha portato lo scorso maggio alla cattura della ricercata. Shaeen, a differenza del coniuge, non si è opposta all’estradizione.

“Con l’estradizione della madre di Saman Abbas, Nazia Shaheen, in arrivo oggi in Italia dopo essere stata arrestata in Pakistan a seguito di un mandato di cattura internazionale, si compie un fondamentale passo in avanti per il percorso di giustizia per la giovane diciottenne di origini pakistane barbaramente uccisa il primo maggio del 2021”.

Lo comunica in una nota il ministro della Giustizia, Carlo Nordio. La donna, condannata alla pena dell’ergastolo con sentenza di primo grado dalla corte di assise di Reggio Emilia insieme al marito, era latitante dal primo maggio 2021, il giorno in cui era tornata in patria dopo l’omicidio della figlia. Dopo mesi di richieste e attese il governo di Islamabad ha accolto la richiesta del ministero della Giustizia per l’estradizione in Italia della donna.

“Si tratta di un risultato frutto di una intensa e proficua collaborazione del ministero della Giustizia con il ministero dell’Interno e il ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, che rappresenta un efficiente esempio di sinergia istituzionale a servizio della giurisdizione. A nome del governo italiano voglio ringraziare le autorità pakistane per aver compreso l’importanza per il nostro Paese di assicurare una piena risposta di giustizia per un delitto che ha sconvolto le nostre coscienze”, ha concluso il ministro Nordio.