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Asia Ferretti, la fanciulla stregata dalle vacche rosse

13 settembre 2024 | 10:32
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Asia Ferretti, la fanciulla stregata dalle vacche rosse

La 22enne, insieme al suo compagno Alessandro Bonacini, manda avanti l’azienda Il Borgo delle Vacche Rosse dove alleva cento animali con il metodo biodinamico

REGGIO EMILIA – Asia Ferretti è una ragazza di 22 anni che si è innamorata delle vacche rosse e, insieme al suo compagno, Alessandro Bonacini, manda avanti l’azienda Il Borgo delle Vacche Rosse nella frazione di Ghiarda, alle porte di Reggio Emilia, un allevamento biologico con animali allevati con metodo biodinamico, a stabulazione libera e al pascolo per diverse ore al giorno. Alta, determinata, lunghi capelli castani, ci mostra con orgoglio le sue cento vacche rosse, l’antica razza reggiana che venne portata qui dagli invasori Longobardi e che proviene dalle steppe ungheresi.

La vacca rossa, che per quasi un millennio ha fornito il latte per il re dei formaggi, poi soppiantata dalla Frisona, più grande, importata dall’Olanda, che produce molto più latte, si stava quasi estinguendo negli anni Ottanta, ma poi, grazie alla passione e alla tenacia di un manipolo di allevatori, è tornata a contare 3-4mila capi e oggi, con il suo latte, produce l’uno per cento del totale del Parmigiano Reggiano. E’ un prodotto di nicchia, ma è grazie a loro che, oggi, possiamo continuare a mangiare il re dei formaggi come veniva prodotto una volta.

Racconta Asia: “Fin da piccola ho sempre avuto questo forte legame con la natura e gli animali. E poi ho instaurato un ulteriore legame con le vacche da latte e il mondo del Parmigiano Reggiano, perché mio papà ha sempre fatto il casaro. Quindi, da bambina, lo seguivo nei vari giri di raccolta latte. Così sono riuscita a conoscere le diverse realtà contadine e ad apprezzarne i ritmi di vita”.

E così Asia e il suo compagno hanno deciso di acquistare delle vitelle di vacca rossa reggiana nel 2020 e, nel giro di un paio di mesi, sono arrivati ad avere 40 vitelle. Le hanno cresciute e, nel 2022, hanno iniziato a produrre latte”.

Continua Asia: “Sono animali con le corna, forti, rustici, che durano a lungo in stalla. Ci sono stati anche casi di vacche rosse che sono arrivate sui 15-20 anni. Il loro allevamento è più sostenibile, perché si ammalano meno. Il nostro latte viene poi conferito al Consorzio Vacche Rosse che è riuscito, negli anni, a mantenere in vita la razza e a valorizzarne il prodotto. Il latte di queste vacche è diverso, perché loro mangiano soprattutto fieno e pascolano il più possibile all’aperto. Il nostro è un sistema biodinamico in cui viene posta una grande attenzione al benessere dell’animale. Questo vuol dire che non è la vacca che si deve adattare alla stabulazione (il confinamento dell’animale, ndr), ma è la stalla che si deve adattare all’animale. Quindi abbiamo ampi spazi e pascoli sempre accessibili”.

E, in effetti, gli animali, al pascolo, sembrano molto sereni. Spesso curiosi, arrivano a pochi centimetri, quasi a volersi fare accarezzare. Mostrano anche un grande affetto nei confronti di Asia, le si avvicinano, durante l’intervista, per annusarla e leccarla.

Conclude l’allevatrice: “In questo tipo di allevamento ci sono diversi vantaggi, sia a livello fisico che mentale, perché io credo che un animale, oltre ad essere sano, debba pure essere felice. E lo è di più se si trova nel suo ambiente naturale. Al pascolo loro riescono ad esprimere al meglio se stesse. Poi aumentano le loro difese immunitarie, migliora la salute del piede e della mammella ed è anche più facile, per loro, il parto” (7 – continua).