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Cisl, Uil, Faisa e Ugl: “Seta, basta autisti di serie B”

2 ottobre 2024 | 16:07
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Cisl, Uil, Faisa e Ugl: “Seta, basta autisti di serie B”

I sindacati: “Serve subito un unico contratto: risposte entro il 20 ottobre”

REGGIO EMILIA – “Facciamo sindacato perché proteggere chi lavora nel trasporto pubblico significa garantire un servizio di qualità ai cittadini di Reggio Emilia. La qualità che oggi non c’è e che Seta si ostina in tutti i modi a non voler costruire, aprendo una stagione di confronto sincero. Quanto sta accadendo in questa azienda pubblica è grave e inaccettabile. Ci rivolgiamo ai reggiani: siamo con voi che patite i disservizi e vi chiediamo di sostenere la lotta per riportare la dignità del lavoro in questa azienda pagata con le tasse di tutti”.

Così i leader della grande maggioranza dei sindacati reggiani di categoria – Fit Cisl, Uil Trasporti, Faisa Cisal e Ugl Autoferro – commentano la posizione forte e chiara che hanno assunto inviando stamane una lettera alla sede operativa di Seta. Al centro del documento la richiesta di rimuovere il grande ostacolo che fino ad oggi ha diviso il personale: il duplice contratto che ha creato autisti di serie b, con meno diritti, carichi di lavoro mostruosi e meno soldi in busta paga.

UN UNICO CONTRATTO, PIÙ EQUITÀ E SICUREZZA
“Parliamo del personale ingaggiato dopo il 2012. A loro viene applicato un contratto che, di fatto, li trasforma in carne da cannone con una spirale perversa. Più le condizioni di lavoro diventano impossibili, più gli autisti lasciano il posto in Seta e a chi resta vengono chiesti sacrifici enormi sotto forma di straordinari. Sacrifici confermati dai numeri: in questa azienda, lo scrive Seta nel suo bilancio 2023, si macinano 79.151 ore di straordinario e si impenna la percentuale delle ferie non godute: + 12% – proseguono i sindacati di categoria –. I professionisti assunti dopo il 2012 sono quelli che pagano il conto più salato, svolgendo turni spezzati che portano via 13-14 ore al giorno. Chi ha una famiglia se la può scordare, tornare a casa è un costo impossibile e così abbiamo autisti e colleghi che stanno in macchina, scaldandosi col motore acceso. Sapendo che Seta non pagherà loro queste ore morte nemmeno un centesimo. Chiediamo ai cittadini di Reggio Emilia: si può vivere così?”.

I sindacati domandano, pertanto, che “venga applicato un unico contratto a tutto il personale, estendendo anche agli assunti dopo il 2012 gli accordi aziendali che valgono per gli autisti senior. Una scelta doverosa dal punto di vista dell’etica di una società pubblica, dal punto di vista retributivo e per garantire la salute e la sicurezza del personale, con una gestione attenta di orari di lavoro, rotazioni e riposi”.

PRESSING SULL’AZIENDA
A Seta arriverà nei prossimi giorni una piattaforma con le proposte sindacali messe nero su bianco, ma intanto è partito il conto alla rovescia: “Vogliamo una risposta entro e non oltre il 20 ottobre. Dopo quella data ci riterremo liberi di procedere attivando tutte le azioni necessarie per garantire equità e dignità a tutti i lavoratori di Seta Reggio Emilia”. Inoltre, Fit Cisl, Uil Trasporti, Faisa Cisal e Ugl Autoferro hanno messo in chiaro di voler agire subito “per denunciare agli organi competenti quanto sta avvenendo”.

IL NODO DEI 150.000 EURO CHE SETA NON UTILIZZA
La palla ora è nella metà campo di Seta, azienda alle prese con il forte posizionamento dei due Comuni capoluogo soci, Reggio Emilia e Modena, decisi ad andare fino in fondo per ottenere un servizio pubblico efficiente.

“Crediamo che sia molto importante la discesa in campo delle Istituzioni e, soprattutto, la chiarezza con cui si stanno esprimendo, accogliendo in toto le criticità che i sindacati denunciano da troppo tempo. Non a caso la lettera inviata stamane a Seta abbiamo voluto che arrivasse anche al Presidente della Provincia Giorgio Zanni e all’assessora alla Mobilità del Comune di Reggio, Carlotta Bonvicini. Ben sapendo che proprio dalla Provincia e dal Comune sono stati stanziati 150.000 euro per migliorare le condizioni di lavoro del personale – concludono Fit Cisl, Uil Trasporti, Faisa Cisal e Ugl Autoferro – Soldi che, incredibilmente, l’azienda non incamera, dimostrando in modo evidente di non considerare come il gioiello più prezioso il patrimonio umano e professionale dei suoi autisti”.