Oggi la discussione nel consiglio comunale aperto. I firmatari della mozione: “La crisi climatica non è uno scherzo o un gioco”
REGGIO EMILIA – La realizzazione del nuovo centro commerciale in via Emilia Ospizio a Reggio Emilia “non è a questo punto reversibile, perché le autorizzazioni sono già state date”. A dirlo è Carlo Pasini, assessore a Rigenerazione urbana e Sviluppo sostenibile del Comune intervenendo oggi nel Consiglio comunale aperto (il primo del nuovo mandato del sindaco Marco Massari) convocato su richiesta del presidente Matteo Iori sul progetto targato Conad che, oltre ad un proprio supermercato, costruirà l’edificio che ospiterà la nuova “casa della comunità” del quartiere.
Ad opporsi al piano urbanistico, quasi 2.500 cittadini che hanno firmato per evitare l’abbattimento di circa 154 alberi del “bosco urbano” oggi presente nell’area di circa 51.000 metri quadri, ceduta nel 2014 dal Comune alla catena della grande distribuzione organizzata. Il cosiddetto “Pru”, che nel 2019 era stato “annullato” da piazza Prampolini perchè non ancora attuato, è stato “riattivato” nel 2022 per ordine di un giudice del Tar (il ricorso al Consiglio di Stato è tutt’ora pendente).
Oltre a quella dei contrari, in sala del Tricolore, è stata portata lunedì sera anche la posizione favorevole al progetto di un secondo gruppo di cittadini, autori di un documento con 115 firme, orchestrato secondo Fabrizio Aguzzoli di Coalizione civica “dall’alto e dai partiti di maggioranza”. A dare man forte all’assessore il capogruppo del Pd Riccardo Ghidoni, che sottolinea: “Non parliamo solo di un supermercato, ma di un’occasione di potenziamento dei servizi di natura sociale della comunità”.
Il dem, a dimostrazione che “la sensibilità della tutela del verde appartiene anche a noi” è poi entrato nei numeri del progetto ricordando che nella sua prima versione, risalente al 2006 e comprendente anche alcuni alloggi di edilizia sociale, la superficie edificabile era pari a 26.000 metri quadrati. Un dato che ora – tolta la parte residenziale – si è ridotta a poco di meno di 13.000. Quanto alla cementificazione del polmone verde, il Pd fa notare che attualmente il 52% dell’area è già “impermeabilizzata” dalle fondamenta del vecchio edificio della casa di riposo preesistente, che non sono mai state rimosse. Mentre a piano finito questa quota aumenterà di solo il 3%. Gli alberi tagliati, inoltre, saranno compensati da 288 altre giovani piante.
Infine il Pd ha proposto delle misure di “compensazione ambientale”, come l’installazione di pannelli fotovoltaici per dare vita ad una comunità energetica di quartiere e l’utilizzo del parcheggio della struttura come “scambiatore” per ridurre l’impatto sul traffico. Il tutto ferma restando la “necessaria assunzione di responsabilità politica nella realizzazione di uno spazio sociale, aperto a tutti e immerso in un verde davvero fruibile”, conclude Ghidoni.
Il Consiglio comunale aperto non prevede votazioni finali, ma per l’ex candidato a sindaco del centrodestra Giovanni Tarquini, “il dibattito è ormai tardivo, perché figlio di quella scelta avventata e scellerata compiuta dal Comune anni fa”. Tarquini ha poi sottolineato come l’eccessivo numero di supermercati “uccida” i piccoli negozi di quartiere, che a suo modo di vedere vanno al contrario difesi e tutelati.
Anche per Aguzzoli i margini di manovra sono stretti, ma il civico fa appello al ruolo di “mediazione politica” dell’amministrazione. Alessandro Rinaldi (Lega) propone infine di – come già fatto dalla precedente amministrazione di Luca Vecchi – delocalizzare l’intervento privato su un’altra area pubblica di pari interesse. La replica dei cittadini alla Giunta è di delusione. “La crisi climatica non è uno scherzo o un gioco. Non vogliamo pensarvi inermi davanti a firme già apposte e, come nostri rappresentanti che si sono mobilitati, vi chiediamo di fare altrettanto e di esercitare il vostro potere”, dicono.