
L’operazione ha coinvolto anche la nostra città dove sono stati effettuati sequestri di capitali in due aziende e perquisizioni in altre sedi
REGGIO EMILIA – Una vasta rete di spionaggio e sorveglianza illegale, comprendente hacker, consulenti informatici, agenti privati e membri delle forze dell’ordine, è stata smantellata dai carabinieri di Varese in un’operazione coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano.
L’operazione ha coinvolto anche la città di Reggio Emilia, dove sono stati effettuati sequestri di capitali in due aziende e perquisizioni in altre sedi. Tra le persone agli arresti domiciliari c’è Carmine Gallo, ex poliziotto e figura chiave dell’inchiesta, e altre tre persone, compreso un imprenditore reggiano. Inoltre, un maresciallo della Guardia di Finanza e un agente di polizia sono stati sospesi per sei mesi. Anche tre società di investigazioni private sono state poste sotto sequestro.
L’inchiesta, condotta dal Nucleo investigativo dei carabinieri di Varese, ha rivelato un presunto sistema di spionaggio utilizzato per scopi personali e professionali, tra cui monitoraggio di fidanzate, risoluzioni di contese ereditarie, e intercettazioni di dipendenti per motivi aziendali. La rete di spie era guidata, secondo i magistrati, da Enrico Pazzali, presidente della Fondazione Fiera Milano e manager di rilievo in diverse grandi aziende. Pazzali avrebbe utilizzato questa rete per raccogliere informazioni compromettenti e danneggiare l’immagine di rivali e concorrenti politici.
Tra i clienti coinvolti figurano nomi illustri, come Leonardo Maria Del Vecchio e il banchiere Matteo Arpe. Le operazioni di intercettazione miravano a raccogliere informazioni private, spesso con l’aiuto di funzionari “infedeli” che avevano accesso a banche dati riservate. Gli inquirenti, rappresentati dal pm Francesco De Tommasi e dal procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Giovanni Melillo, parlano di un “gigantesco mercato delle informazioni riservate”.