
Domenica 27 ottobre, dalle 16 alle 18.30, è organizzato su questo tema un incontro pubblico nella Sala conferenze “VR33”, in viale Ramazzini n. 33, al quartiere Santa Croce
REGGIO EMILIA – Il 16 ottobre è stata approvata definitivamente la proposta di legge presentata da Fratelli d’Italia per rendere la gestazione per altri (Gpa) un “reato universale”, cioè perseguibile in Italia anche se praticata all’estero da cittadini o cittadine italiane.
Domenica 27 ottobre, dalle 16 alle 18.30, è organizzato su questo tema un incontro pubblico nella Sala conferenze “VR33”, in viale Ramazzini n. 33, al quartiere Santa Croce. Introdurranno la discussione: Marilena Grassadonia, responsabile “diritti e libertà” nella Segreteria nazionale di Sinistra Italiana e Alberto Nicolini, Coordinatore Casa Arcobaleno “Tondelli”.
Scrivono gli organizzatori: “In una stagione caratterizzata da pesanti ed inaccettabili attacchi ai diritti delle donne, delle famiglie arcobaleno e delle persone LGBTQIA+ da parte del governo Meloni, culminati nell’approvazione del Disegno di Legge Varchi, una legge che rende la gestazione per altri un reato universale, l’appuntamento di domenica 27 ottobre e l’autorevolezza indiscussa di Marilena Grassadonia e Alberto Nicolini ribadiscono l’esigenza – per quanto ci riguarda – di un ulteriore momento di contrasto a politiche repressive e regressive sul versante dei diritti. Inoltre, con questo incontro si vuole affermare la necessità di un’azione autonoma costituzionalmente orientata da parte di Regione e Comuni su temi che attengono alle libertà costituzionali”.
L’incontro sarà coordinato da Thomas Predieri, consigliere comunale a Castelnovo Monti, e vedrà, fra gli altri, un contributo di Cosimo Pederzoli candidato per “Alleanza Verdi e Sinistra – Coalizioniciviche – Possibile” alle elezioni regionali del 17 e 18 novembre.
Cosimo Pederzoli sottolinea:” Troppe violenze e discriminazioni: è tempo di un garante regionale per le persone LGBTQIA+. La legge regionale n. 15 del 2019 “contro le discriminazioni e le violenze determinate dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere” è stato un importante passo in avanti, come lo è stato l’istituzione del Tavolo regionale permanente per le politiche di genere con funzioni di monitoraggio sul fenomeno delle discriminazioni e violenze determinate dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere, utile per leggere l’andamento del fenomeno discriminatorio ai danni delle persone LGBTQIA+. Nell’ultima indagine promossa dalla Regione emerge che una persona su cinque dichiara di aver subito aggressioni fisiche motivate da orientamento sessuale o identità di genere, una su due di aver ricevuto minacce o insulti e otto su dieci sono state calunniate o derise. Si stima, afferma la Regione, che chi non denuncia rappresenti una forchetta che va dal 44 al 56% del campione. In aumento i fenoli di outing e misgendering: per outing intendiamo lo svelamento dell’identità di genere ascritta alla nascita, o dell’orientamento sessuale, contro la volontà della persona; il misgendering è l’uso di pronomi o desinenze errate rispetto al genere in cui la persona si riconosce”.
Aggiunge Pederzoli: “Un altro dato interessare è che circa la metà di coloro che cercano aiuto dopo un episodio di vittimizzazione lo fa parlandone con amici e familiari. Non ricevendo spesso l’adeguato supporto. Per questo motivo proporrò l’istituzione di una nuova figura, quella del Garante regionale per i diritti LGBTQI+, una persona che possa partecipare al tavolo regionale per le politiche di genere e farsi sia portavoce, sia ricettore, delle istanze dei cittadini e delle cittadine che vivono situazioni di discriminazione e violenza. Una figura che si inserisce all’interno della Strategia regionale Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, goal 10 “Ridurre le diseguaglianze”, che sottolinea la necessità di impegno per la lotta alle discriminazioni nei confronti delle persone LGBTQI+”.