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Il consiglio comunale boccia la mozione di Fdi sulla Rems

21 ottobre 2024 | 19:22
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Il consiglio comunale boccia la mozione di Fdi sulla Rems

Paglialonga: “Proponevamo misure concrete per tutelare gli operatori”. Carbognani (Pd): “Non è di nostra competenza”

REGGIO EMILIA – Con 18 voti contrari e 10 a favore la maggioranza del Consiglio comunale di Reggio Emilia ha respinto una mozione di Fratelli d’Italia sulla sicurezza degli operatori sanitari che operano alla Rems (Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza). Il documento, presentato dal consigliere Cristian Paglialonga, prendeva le mosse dall’episodio avvenuto alla fine di agosto, quando un 29enne albanese aveva tentato di evadere colpendo a sprangate uno psichiatra e danneggiando i veicoli nel parcheggio prima di essere fermato con il taser dai carabinieri.

Ma neanche due mesi dopo essere finito in manette – con l’arresto convalidato per resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento aggravato – era stato poi ricollocato nella medesima struttura in cui aveva aggredito gli operatori sanitari (il medico aggredito è stato invece trasferito). Nel suo intervento Paglialonga ha chiesto in particolare che “per quanto di competenza dell’amministrazione comunale si dia piena attuazione a tutte le misure per garantire l’incolumità degli operatori della Rems”, fermo restando che “il rischio zero non esiste perché si parla comunque di soggetti psichiatrici che possono, se vogliono, rifiutare il trattamento terapeutico”.

Tra i punti concreti proposti da Fratelli d’Italia, la revisione degli spazi interni, l’utilizzo di arredi anti scasso e non contundenti, l’installazione di un sistema di segnalazione di allarme rapido perché il telefonino non funziona dovunque nella struttura e un servizio di supporto psicologico per i “camici bianchi” vittime di aggressione.

Nella replica il sindaco Marco Massari ha proposto di convocare una commissione ad hoc con il direttore dellA Rems, i lavoratori e la dirigente dell’Ausl competente e spiegato che, nel comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica convocato in Prefettura il 10 ottobre scorso – a cui il primo cittadino ha partecipato – si è decisa anche la stipula di un protocollo tra il prefetto e l’Azienda sanitaria per definire “chi fa cosa” in materia di sicurezza. Pur ribadendo che gli “operatori sanitari non sono dei martiri” il sindaco ha evidenziato che ci sono “problemi di base legislativi” e una “zona grigia nel funzionamento delle Rems perché mancano i decreti attuativi che lo regolino”.

Altro aspetto emerso, afferma Massari, “è che spesso chi deve valutare se inviare i pazienti alla Rems o al carcere non è uno psichiatra, non è formato e si valuta solo la pericolosità sociale dei soggetti”. Fabrizio Aguzzoli di Coalizione civica dice: “I temi sollevati sono veri, perché gli operatori raccontano di coltelli da cucina alla portata di tutti e hanno paura di andare a lavorare”. Altra “batosta” poi, il ritorno del paziente violento: “Il venerdì pomeriggio hanno saputo che sarebbe rientrato il sabato e si sono affrettati a mandare dei certificati di malattia. Ora davvero si rischiano le dimissioni in massa”.

La consigliera del Pd Luisa Carbognani, motivando il voto contrario del suo gruppo, precisa: “Non neghiamo certo la solidarietà a medici e infermieri, ma la mozione contiene delle richieste che non sono di nostra competenza e non possiamo accogliere”.